Il web veicola anche nuove forme di violenza. Una ragazza 15enne è stata accerchiata e stuprata da un gruppo di adolescenti in diretta su Facebook live. Dall’altra parte del monitor, collegati alla famosissima piattaforma, c’erano almeno una quarantina di persone che hanno assistito inermi – e complici – a tutta la scena, senza che nessuno di loro muovesse un dito per dare l’allarme chiamando la polizia al 911.
Nelle terribili immagini, la ragazzina appariva legata e imbavagliata; senza nessuna pietà, i suoi aguzzini le hanno strappato i vestiti, tagliato i capelli e spento sigarette sul corpo; poi almeno in sei l’hanno violentata.
La vittima era scomparsa il 19 marzo, dopo essere stata a messa con i genitori nel sobborgo di Lawndale, probabilmente sequestrata dal branco. Di lei si sono perse le tracce fino al 21 marzo, quando ha raggiunto la madre ed è stata portata in ospedale dove sono state appurate le violenze subite.
Le immagini trasmesse in streaming sono state rimosse dopo che la polizia ha avvertito Facebook grazie al coraggio di un ragazzino che, davanti a quelle immagini, ha riconosciuto la vittima e avvertito i genitori.
I familiari della ragazzina sono stati trasferiti in un luogo protetto a seguito delle minacce e delle aggressioni verbali ricevute dopo la denuncia dello stupro.
Dei numerosi aguzzini presenti nel video, soltanto uno di loro, al momento, è stato fermato. Si tratta di un 14enne il cui arresto è atteso nelle prossime ore sospettato di avere agito insieme ad altri 5-6 ragazzi. Tutti rischiano di essere condannati per violenza carnale aggravata e per aver prodotto e diffuso materiale pedopornografico. Risulta difficile il riconoscimento dei carnefici, ma la polizia è sicura di chiudere il tragico caso in poche ore.
È la seconda volta in meno di un mese che la polizia di Chicago indaga su casi di aggressioni trasmesse in diretta su Facebook. A gennaio un gruppo di afroamericani è stato accusato di crimine d’odio dopo che avevano postato la loro aggressione su una 18enne disabile bianca mentre urlavano oscenità prendendo di mira il presidente Donald Trump e i bianchi in generale. Anche in quel caso, gli autori del misfatto erano stati riconosciuti e arrestati. Verba volant, Facebook manet!