Un nuovo dramma frutto della solitudine in cui versano molti anziani. Un 82enne di Cento, Giuseppe Parmiani, ha accoltellato a morte la moglie, l’80enne Carmen Tassinari. La donna era invalida e allettata da tempo. Il signor Parmiani, nonostante la non più giovanissima età, accudiva in prima persona la consorte senza aiuti esterni che, a suo dire, non poteva permettersi. Forse il dolore di vedere la campagna di una vita ridotta in quelle condizioni, o l’incapacità di potersene ancora prendere cura, hanno armato la mano dell’uomo che sabato, poco prima delle 23, ha preso un coltello da cucina lungo 24 centimetri e ha colpito la moglie all’addome, ferendola a morte. Quindi, lucidamente consapevole del tragico gesto, ha chiamato il 118 per chiedere aiuto.
All’arrivo dei sanitari, la donna era già spirata e sono perciò stati allertati i Carabinieri di Cento. Al loro arrivo, l’uomo ha consegnato spontaneamente l’arma del delitto e, di fronte al magistrato, il pm Barbara Cavallo, ha riferito di aver inferto il colpo mortale perché esasperato della situazione in cui viveva. Vedendo la moglie che si stava spegnendo ogni giorno di più, e non potendo far nulla per evitarlo, aveva pensato di agire come aveva fatto in un momento di disperazione. Ora l’anziano si trova agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida che potrebbe essere fissata martedì mattina, visto che lunedì partiranno gli atti dalla procura all’ufficio gip. L’autopsia ha confermato che il decesso della donna è stato causato da un unico fendente all’addome.
Una tragedia, questa di Cento, che riporta d’attualità la condizione di miseria affettiva ed economica in cui vivono tanti anziani. Per questo gli amministratori di Cento hanno lanciato un appello: “Nella nostra città si è consumato un dramma, mi rivolgo a chi vive in condizioni di difficoltà: non deve esserci vergogna a chiedere aiuto, non si deve affrontare tutto da soli, siamo aperti e disponibili a dare un aiuto quando la rete familiare non ce la fa”, ha spiegato il sindaco Piero Lodi. I coniugi – fa sapere il Comune – non erano in carico o seguiti dai servizi sociali, e la criticità della loro situazione non era mai stata segnalata. Molti, troppi anziani, infatti, scelgono per vergogna di vivere nella solitudine i propri drammi.