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CASO CANTAMESSA: 23 ANNI AL KILLER INDIANO

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Nella sua arringa finale il pm Fabio Pelosi aveva chiesto che Vicky Vicky venisse condannato a trent’anni, con l’accusa di duplice omicidio volontario. L’8 settembre 2013, a Chiuduno (nel bergamasco), la dottoressa Eleonora Cantamessa ferma la sua auto per chiamare il pronto intervento in quanto vede un gruppo di ragazzi picchiarne un altro con una spranga di ferro. Viene messa in comunicazione con i Carabinieri per denunciare l’accaduto e nel frattempo lei scende per prestare soccorso al giovane. Ad un certo punto la comunicazione si interrompe e molto probabilmente è l’istante in cui sia lei che il ragazzo vengono investiti da una vettura guidata da Vicky Vicky.

Nell’ultima udienza che si è svolta oggi né il pm né gli avvocati difensori hanno presentato repliche e i giudici si sono espressi con una condanna a 23 anni e 20 giorni. Mentre è stata confermata la condanna per il duplice omicidio, l’indiano è stato assolto dall’accusa di aver partecipato alla rissa – precedente all’incidente – nella quale era rimato coinvolto il fratello Baldev Kumar.

Inoltre la Corte ha disposto la trasmissione al pm degli atti affinché proceda nei confronti di alcuni elementi del clan Ram, un gruppo di cinque persone più un sesto identificato come Soddy, rivali storici della famiglia Kumar, di cui fa parte anche Vicky. L’ipotesi di reato è tentato omicidio, in quanto nella rissa i membri del clan avevano preso a sprangate e a coltellate Kumar.

I giudici hanno disposto un risarcimento provvisionale di 100 mila euro ciascuno alla mamma e al papà di Eleonora, 50 mila al fratello e da 10 a 80 mila euro alle altre persone travolte da Vicky Vicky.

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