Il professore Gyorgy Vigh e la moglie Erika faranno ritorno stasera in Ungheria a bordo di un aereo di Stato fatto giungere nella città scaligera da Budapest. I due coniugi erano ricoverati all’ospedale Borgo Trento, a Verona. Erano tra i passeggeri del pullman ungherese andato a fuoco dopo una schianto contro un pilone, in A4 venerdì notte.
Il professore di educazione fisica è stato definito un eroe perchè – dopo essere uscito dal bus – era rientrato salvando la vita a molti ragazzi rimasti intrappolati nel mezzo in fiamme. Lui stesso ha riportato gravi ustioni alla schiena. Dei 56 passeggeri più 2 autisti, solo in 12 sono rimasti illesi.
Nell’incidente, avvenuto venerdì notte, sono perite 16 persone, la maggior parte ragazzi tra i 14 e i 18 anni che stavano rientrando a Budapest dopo una settimana bianca scolastica in Francia. Tra le vittime, entrambi i figli del prof eroe. “Non è riuscito a salvare il figlio e la figlia” ha detto il console generale d’Ungheria a Milano, Judith Timaffy. A bordo del pullman c’era anche la moglie del docente. Lei è sopravvissuta; “Ha visto morire la figlia – ha sottolineato il console – Il ragazzo non l’hanno proprio visto, ma purtroppo è tra i deceduti”.
Rientrano anche gli studenti superstiti. “I ragazzi – dice la console generale d’Ungheria – sono stati sentiti dalla polizia stradale e il magistrato ha dato il permesso per il ritorno in patria”. Sempre oggi farà ritorno in patria anche il ferito che era in ortopedia. Negli ospedali veronesi restano tre persone, due non ancora identificate. Una di queste potrebbe essere l’autista del bus. “Non sappiamo ancora se l’autista è morto o ferito”, ha dichiarato alla stampa Girolamo Lacquaniti, dirigente della polizia stradale di Verona. A rendere difficile l’indagine – a bordo del mezzo c’erano due autisti che pare si dessero il cambio ogni tre ore – il fatto che ci sono sia vittime da identificare sia due feriti gravi ricoverati all’ospedale Borgo Trento a Verona ancora senza nome.