Trovano a tornare alla normalità la scuola “Vailati” di Crema che ieri viaggiavano sul bus incendiato dall'autista senegalese Ousseynou Sy.
Paura
Buona parte di loro, riporta l'Ansa, ancora non è arrivata all'istituto, mentre la madre di una ragazzina che non era a bordo del mezzo ha deciso comunque di portarla, nonostante la figlia abbia paura. “Ho deciso di portarla anche perché a casa avrebbe guardato la tv e si sarebbe ancor più preoccupata – racconta -. Questa notte non ha dormito“.
Rabbia
Nonostante l'incubo sia alle spalle la preoccupazione resta fra i genitori. Il papà di un'alunna di prima media sostiene che nell'azienda di autobus per cui lavorava il conducente che ieri ha dato fuoco al mezzo “non si fanno controlli“. “Conosco una persona che è andata in pensione e che lavorava per un'azienda di Milano: faceva controlli sulle sue condizioni quasi ogni mese”, ha detto all'Ansa. “E' inaccettabile che sia accaduto questo”. I ragazzi di seconda media che erano a bordo dell'autobus andato in fiamme a scuola ancora non si sono visti. E' probabile che oggi rimangano a casa, in considerazione della fatica della giornata di ieri e della paura.
In cella
Sy è, intanto, sorvegliato a vista in una cella insieme ad altri detenuti nel carcere di San Vittore dove è stato portato intorno all'una della scorsa notte. L'uomo, che subito dopo l'arresto era stato medicato in ospedale per ustioni leggere, ieri sera ha avuto solo il colloquio con il medico di guardia. Questa mattina, invece, incontrerà lo psichiatra, lo psicologo e l'educatore del reparto. A scatenare la furia di Sy, indagato per strage (il tentativo per questo specifico reato non esiste), sarebbe stato il caso della “nave Mare Jonio”. Lo avrebbe detto lo stesso senegalese nell'interrogatorio davanti al capo del pool dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili e al pm Luca Poniz.