Un'intensa nube di fumi tossici si è innalzata da un capannone di materiali edili nel comune di Pietrasanta, in provincia di Lucca. La struttura è andata a fuoco in breve tempo, sprigionando un'intensa colonna di fumo nero, visibile addirittura dalla spiaggia di Viareggio, dove molti bagnanti allarmati hanno chiamato il Comune per sapere se fosse o meno prudente restare sul litorale. Il fumo è stato segnalato dalle autorità come pericoloso, in quanto i materiali contenuti nel capanno erano quasi esclusivamente di plastica: l'amministrazione comunale di Pietrasanta, infatti, ha raccomandato i cittadini di non uscire di casa se non strettamente necessario e, in ogni caso, di coprirsi naso e bocca per evitare di respirare direttamente l'aria, consigliando di allontanarsi il più possibile dalla zona dell'incendio.
L'incendio
Sul luogo del rogo sono presenti alcune squadre dei Vigili del fuoco, le Forze dell'ordine e alcune ambulanze, intervenute con personale sanitario per soccorrere alcune persone rimaste vittima di intossicazione. Anche il sindaco del comune toscano, Alberto Giovannetti, si è recato sul posto assieme agli addetti del Centro operativo comunale, mentre la Polizia ha disposto la chiusura del tratto della statale Aurelia (che passa di fianco al capannone in fiamme) in entrambi i sensi di marcia per circa due chilometri. Lo sbarramento del tratto stradale è stato comunicato da Anas, presente sul posto con alcuni operatori.
Casi speculari
Un incendio che ha ricordato da vicino quello che, lo scorso anno, ha interessato lo stabilimento dell'Eco X a Pomezia. Ad andare in fiamme, in quell'occasione (era il 6 maggio 2017) era stato il complesso di edifici utilizzato dall'azienda per lo smaltimento di rifiuti particolari, circostanza che aveva enormemente amplificato l'allarme per la presenza di tossine nell'aria. I focolai, del resto, restarono accesi per parecchi giorni, costringendo le autorità comunali a effettuare valutazioni approfondite sulla qualità dell'aria. Nei giorni successivi all'incendio, erano state svolte indagini anche sui materiali bruciati all'interno dei capannoni. Anche in quell'occasione, la strada (in quel caso la Pontina) che costeggiava il sito del rogo era stata chiusa.