Patricidio a Brindisi. Antonio Tarufo, 25 anni, ha ucciso il proprio padre a coltellate dopo una violenta lite scoppita in tarda serata all'interno della loro abitazione, una casa popolare in zona Cappuccini sprovvista di energia elettrica. La vittima, Franco Tafuro di 50 anni, è stata soccorsa e condotta in ospedale, dove però è morta poco dopo il suo arrivo morto: fatale la recisione dell'aorta.
La dinamica
Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile. Intterrogato dagli inquirenti, Antonio – maggiore di 4 figli – ha confessato l'omicidio sostenendo di essere intervenuto in difesa del fratello più piccolo contro il quale – stando alla sua versione – il padre aveva inveito violentemente per futili motivi.
Al momento del delitto erano presenti in casa anche gli altri due fratellini e la madre del presunto omicida. Per l'aggressione sembra sia stato utilizzato un coltello da cucina. È stato poi lo stesso Antonio Tafuro – rivelano gli inquirenti su Ansa – a chiamare i soccorsi e a cercare di tamponare la ferita. Ma era troppo grave. Quando gli investigatori hanno fatto irruzione nel condominio di via Favia, hanno trovato il 50enne riverso in una pozza di sangue vicino al posto auto, dove i familiari attendevano l’arrivo dell’ambulanza.
Antonio si è poi consegnato spontaneamente agli uomini della questura che lo hanno ascoltato per alcune ore, alla presenza del suo difensore. L'autopsia sulla salma di Franco Tarufo sarà eseguita lunedì prossimo.
Zona difficile
Le case popolari in zona Cappuccini sono spesso teatro di furti e reati. Al moento del ferimento, gli agenti della Squadra mobile si trovavano infatti già in zona, casualmente a pochi passi dall’abitazione, per un altro grave episodio: stavano effettuavano dei rilievi dopo una sparatoria in cui è rimasto ferito a una gamba un brindisino di 26 anni.