Ancora violenza in un carcere brasiliano. Il bilancio è di dieci morti. L’ennesima rivolta notturna di detenuti è avvenuta nel penitenziario di Alacacuz, nello Stato di Rio Grande del Nord, una struttura ha una capacità di 620 persone ma che ne ospita 1083. Secondo quanto appreso dai media locali, sarebbe stata coinvolta anche un’altra struttura limitrofa, la Rogerio Coutinho.
Dei dieci uomini rimasti uccisi, tre sono decapitati. L’ultimo caso di violenza in questa struttura risale al novembre 2015, quando fu scoperto un tunnel scavato dai detenuti, ma dall’inizio dell’anno sono già oltre 100 le vittime di violenze nei penitenziari: l’episodio peggiore quello del 2 gennaio scorso a Manaus, capitale amazzonica, dove una rissa tra i membri delle famiglie rivali dei do Norte e dei Primeiro Comando da Capital causò una carneficina con 60 morti. Solo quattro giorni dopo, altre 33 vittime si sono verificate nel penitenziario agricolo di Monte Cristo, nello Stato di Roraima, sempre per uno scontro tra gang.
Di questo ultimo episodio non è ancora chiara la dinamica: secondo alcuni media locali, la polizia sarebbe riuscita a far tornare l’ordine all’interno della struttura; secondo altre fonti, invece, le forze dell’ordine avrebbero solo circondato il carcere e bloccato le uscite, perché i detenuti all’interno sarebbero armati. Il Brasile è il quarto Paese al mondo per popolazione carceraria con oltre 622mila detenuti a fronte di una capacità che, secondi i dati ufficiali, sarebbe di massimo 371mila. L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw) giovedì scorso ha denunciato il sovraffollamento delle carceri brasiliane che arriva al 167% della sua capacità contenitiva.