Un nuovo, terribile, fatto di sangue in Brasile dove, per la seconda volta in pochi giorni, una rivolta violenta ha sconvolto un istituto penitenziario del Paese, stavolta nello stato di Rorarima, all’interno del principale carcere locale, quello agricolo di Monte Cristo. Almeno 33 i morti, secondo quanto riportato dalla stampa brasiliana, molti dei quali sarebbero stati decapitati, mentre altri avrebbero subito altre orripilanti mutilazioni lasciando sul terreno una nuova terribile scia di sangue. Stando alle notizie rilasciate dalle principali testate del Paese sudamericano, più che di una rivolta si sarebbe trattato di un’azione coordinata e rapida da parte di un gruppo di detenuti, probabilmente appartenenti alla gang Primeiro comando da Capital (Pcc) e finalizzata, forse, a vendicare alcuni suoi membri, rimasti fra le vittime di quanto accaduto a Manaus, lo scorso 2 gennaio.
Il brutale eccidio sarebbe avvenuto la notte del 6 gennaio: stando a quanto dichiarato dal Dipartimento di giustizia e cittadinanza dello stato di Roraima, alcuni corpi sarebbero stati addirittura smembrati, oltre a subire, come nel massacro di Manaus, una decapitazione. Scene raccapriccianti, quindi, quelle palesatesi agli occhi degli agenti intervenuti i quali, dopo alcune ore, sarebbero riusciti a riportare la situazione sotto controllo. Con la carneficina di Monte Cristo, sale a 93 il numero dei morti nelle carceri brasiliane in nemmeno una settimana.
Il vice coordinatore della Pastorale carceraria nazionale, padre Gianfranco Graziola, si è espresso sulla questione, a fronte dei suoi 15 anni di attività fra i detenuti del carcere di Roraima, definendo quanto avvenuto “una tragedia annunciata”. Nei mesi scorsi, infatti, all’interno del penitenziario si erano già verificati incidenti, nel corso dei quali hanno trovato la morte almeno 10 detenuti: molti di loro, anche in questi casi, erano stati decapitati. Le vittime, da quanto risulta, appartenevano tutte al Comando Vermelho, fazione dello stato di Rio de Janeiro e rivale del Pcc: secondo le Forze dell’ordine brasiliane, i membri del Cv sarebbero alleati di un’altra feroce gang, la Familia do norte, alla quale sarebbe da imputare la responsabilità della strage di Manaus (nella quale sono stati uccisi, per la maggior parte, membri del Pcc).
Il susseguirsi di sanguinose faide all’interno delle carceri brasiliane, evidenzia sempre di più la crisi dell’intero sistema carcerario del Paese. A quanto sembra, il governo avrebbe varato un piano di pubblica sicurezza, il quale dovrebbe prevedere un rinnovamento estetico e gestionale degli istituti penitenziari.