Le autorità pakistane non hanno dubbi: è stato stato un attacco suicida di matrice terroristica quello sferrato ieri contro le forze di sicurezza nazionali di guardia a un santuario sufi a Lahore, capitale della regione del Punjab. La città, oltre ad essere un grande centro universitario e culturale, ospita alcune tra le moschee più grandi dell'Asia.
L'attentato
Il bilancio è di almeno 10 morti e oltre 20 feriti. Tra le vittime cinque poliziotti. Centinaia di persone si trovavano all'interno del santuario al momento dell'esplosione, ha raccontato Ghazanfar Ali, capo della polizia della città di Lahore citato dall'agenzia Afp. La polizia ha recintato l'area per svolgere tutte le operazioni. L'esplosione è avvenuta poco distante dal santuario di Data Darbar, uno dei più grandi santuari dell'Asia meridionale, vicino ad un'auto della polizia parcheggiata davanti al santuario. I sufi sono stati spesso bersaglio di attacchi sanguinosi da parte di militanti islamici incluso il gruppo di Stato Islamico in Pakistan. Gli islamisti militanti vedono le visite ai santuari sufi e alcuni rituali alle tombe dei santi musulmani come non islamici. Lo stesso santuario è stato preso di mira altre volte: dopo un attacco suicida del 2010 che ha ucciso più di 40 persone, è sorvegliato da una forte sicurezza. Nonostante la lotta agli estremisti si sia intensificata negli ultimi anni, i centri urbani come Lahore, la seconda città più grande del Pakistan e la capitale della provincia più ricca, il Punjab, sono ancora sotto bersaglio dei terroristi. Nel marzo scorso un attacco proprio a Lahore aveva provocato la morte di nove persone, mentre un'esplosione tra i cristiani che celebrano la Pasqua in un parco nel 2016 uccise più di 70 persone.