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Bologna, sgomberato il centro sociale “Làbas”: tensioni fra attivisti e polizia in Via Orfeo

Momenti di tensione in pieno centro di Bologna, in Via Orfeo, dove le Forze dell’ordine hanno effettuato lo sgombero dell’ex caserma Masini, occupata cinque anni fa dagli attivisti del centro sociale “Làbas”. Circa una cinquantina di occupanti, fin dalle prime ore di luce, si sono schierati a presidio dell’ingresso per opporsi all’intervento della Polizia (arrivata in tenuta antisommossa) che, a partire dalle 8 del mattino, ha provveduto a disperdere la barricata improvvisata, dapprima tentando di trascinare via i manifestanti e, a seguito della loro reazione, ricorrendo all’uso di manganelli. Al termine dei tafferugli, protratti per qualche minuto anche con il lancio di qualche lacrimogeno, l’edificio è stato definitivamente sgomberato dai ragazzi del collettivo, permettendo l’intervento dei Vigili del fuoco all’interno per spegnere alcuni piccoli focolai accesi in precedenza. Alcuni scontri si sono verificati anche nella vicina Piazza del Baraccano, dove erano convenuti gran parte degli attivisti estromessi dall’ex caserma.

Il centro sociale

Gli edifici Masini, di proprietà di “Cassa depositi e prestiti”, erano in stato di occupazione da oltre 5 anni ossia da quando, nel 2012, gli attivisti del “Làbas” avevano preso possesso dei locali dismessi, dando vita a un centro sociale particolarmente attivo. Nello stesso anno era stato effettuato un primo tentativo di sgombero, al quale era comunque seguito un pronto rientro da parte degli attivisti, i quali hanno proseguito qui la loro attività sociale. Iniziative andate avanti fino al decreto emesso nel dicembre del 2015 dal pm Antonello Gustapane, con il quale è stato dato l’ok a procedere con le operazioni di sgombero definitivo. Nel corso degli anni, le attività del collettivo avevano comunque contribuito a riqualificare gli spazi, operando anche iniziative come il dormitorio autogestito “Accoglienza degna”, oltre a numerosi laboratori dedicati ai minori.

Bologna, opinioni divergenti

Negli ultimi tempi, l’azienda proprietaria dell’immobile aveva manifestato apertura nei confronti degli occupanti, mostrandosi disponibile a un incontro chiarificatore sul destino dello stabile, una linea appoggiata in parte anche dall’amministrazione del capoluogo felsineo. I fatti della mattinata, infatti, hanno scatenato opinioni discordanti nell’ambito politico, tra sostenitori dell’operato del centro (diventato nel tempo un riferimento comunque importante per il quartiere) e favorevoli al recupero degli spazi. Intanto, mentre si consumavano i tafferugli di Via Orfeo, le Forze dell’ordine hanno provveduto a recuperare gli edifici occupati dal centro sociale “Crash” nel quale, all’arrivo della polizia, non erano presenti attivisti.

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