Continuano i blitz preventivi delle Forze dell'ordine contro le minacce terroristiche: questa mattina, i Carabinieri del Ros hanno fermato un cittadino marocchino, Ilyass Hazoud, residente in Italia, per sospette attività criminali facenti capo a una possibile cellula terrorista. Il fermo è avvenuto a Fossano, nel cuneese, dove l'uomo, 19enne, risiede: secondo gli investigatori, “è fortemente indiziato” di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e di far parte di un'associazione di matrice jihadista. Le indagini sono coordinate dalla Procura distrettuale di Roma: stando a quanto emerso dal dossier d'inchiesta, il giovane avrebbe utilizzato in modo ricorrente i social network per evocare l'autoimmolazione e il martirio, spendendo parole di propaganda estremista inneggiando alla ricompensa divina che avrebbero ricevuto le comunità musulmane che avrebbero offerto il loro impegno e il loro sacrificio per la causa.
Il percorso di radicalizzazione
Negli stessi post Ilyass Hadouz esaltava le gesta dei combattenti jihadisti, facendo riferimento costante al concetto di “Shahid” (il martire) e lanciando moniti agli “infedeli”, scrivendo che “ai miscredenti saranno destinati giorni neri che faranno imbiancare i capelli ai bambini”. Il censimento dei numerosi post apparsi sui suoi profili social, hanno spinto gli investigatori a disporre il suo fermo, nell'ambito di un'operazione preventiva che, 24 ore fa, aveva portato allo smantellamento della rete terroristica di Anis Amri, l'attentatore di Berlino, attraverso un'azione conclusa con l'arresto di 4 persone tra Roma e Latina. L'adesione del giovane marocchino alla causa jihadista, come accaduto in molti casi negli ultimi tempi, sarebbe avvenuta attraverso la rete, con la frequentazione di chat e condivisione di filmati integralisti. In questo ambito, Hadouz si era ribattezzato Ilyass El Magrebi e avrebbe iniziato il suo percorso di radicalizzazione nel febbraio scorso, quando i Carabinieri avevano iniziato a monitorare la sua attività da internauta su siti contenenti materiali di propaganda riferibili a Daesh. All'interno della sua abitazione, gli agenti hanno disposto il sequestro di immagini nelle quali era immortalato nell'atto di emulare i miliziani del sedicente Stato islamico e i mujaheddin.