Oltre 20 persone, appartenenti a un clan criminale Rom di Latina, sono state arrestate per associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reati elettorali, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Tra i destinatari della misura cautelare figurano anche 7 donne, una delle quali ai vertici del clan.
Secondo gli investigatori il clan rappresenterebbe una pericolosa associazione criminale che, pur senza legami diretti con Cosa nostra, 'Ndrangheta o Camorra, è stata in grado di imporsi con l'intimidazione e la violenza tipiche delle organizzazioni mafiose.
L'operazione della Polizia di Stato è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma e ha visto impegnati da stamattina all'alba oltre 250 gli agenti della squadra mobile guidati dal dirigente Carmine Mosca. I provvedimenti sono scattati nei confronti di presunti appartenenti a un clan rom operante nel quartiere Campo Boario di Latina.
Di Silvio
“Per la prima volta in territorio pontino viene riconosciuta l’esistenza di un’associazione mafiosa autoctona, non legata a gruppi criminali siciliani, calabresi o campani – spiegano dalla questura -. Gli autori delle numerose estorsioni, effettuate con metodi particolarmente violenti e vessatori, come avviene nelle mafie tradizionali, spendevano sempre il nome dei Di Silvio per amplificare il potere di intimidazione, ovvero il riferimento alla destinazione del denaro richiesto al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie, o ancora richiamando episodi cruenti risalenti alla guerra criminale del 2010, quando le famiglie Rom si imposero sugli altri gruppi criminali. Nel provvedimento cautelare vengono contestati anche reati elettorali previsti dal Codice Antimafia”.