Estradizione temporaneamente bloccata per Cesare Battisti. Il membro del Supremo Tribunale Fedeale, Luis Fux, ha infatti concesso una misura cautelare che posticipa ogni possibilità di procedere a estradare l’ex terrorista dei Pac almeno fino al 24 ottobre, quando la Suprema Corte brasiliana si riunirà per prendere una decisione in merito all’habeas corpus richiesto dai suoi legali. Una decisione che rimescola nuovamente le carte in tavola, prolungando una vicenda che, al momento, sembra assumere contorni simili (ma con connotazioni diverse) a quelli del 2010, quando l’allora presidente Lula annullò la richiesta di estradizione inizialmente avallata, scelta confermata dal pronunciamento del Tsf (di cui faceva Fux) con 6 voti favorevoli nel corso della votazione del giugno 2011.
La posizione del Governo
Accogliendo la richiesta dell‘habeas corpus, il Plenum del Tribunale decreta di fatto la necessità di arrivare a una sentenza collettiva, oltrepassando la possibilità di ricorrere al parere di un giudice monocratico. Curiosamente, la decisione arriva a poche ore dalle parole del ministro della Giustizia Torquato Jardim, il quale aveva accusato Battisti di “aver rotto il rapporto di fiducia” con lo Stato brasiliano dopo aver cercato di uscire dal Paese “senza una ragione precisa, dicendo che stava andando a comprare materiale da pesca… Ha commesso un illecito e lasciava il Paese con denaro oltre il limite consentito, senza motivo apparente”. Parole che, inequivocabilmente, pongono il Governo del Brasile univocamente schierato a favore del rimpatrio in Italia dell’ex terrorista il quale, nei giorni scorsi, aveva affermato che un eventuale ritorno nel suo Paese sarebbe equivalso a una condanna a morte.
L’Alta Corte
A ogni modo, per conoscere il futuro dell’ex membro dei Pac, bisognerà attendere ancora una decina di giorni, quando i cinque giudici si esprimeranno in merito. Al fianco di Lux, saranno chiamati a esprimere una sentenza collettiva i magistrati Rosa Weber, Luis Roberto Barroso, Alexandre de Moraes (il più allineato alla posizione del presidente Temer) e il decano Marco Aurelio Melo. Qualche perplessità aleggia attorno al nome di Barroso il quale, in quanto a capo del gabinetto di avvocati che difese Battisti nel 1997, potrebbe essere giudicatonon atto a esprimersi sulla vicenda, pur non facendo parte della Corte che diede all’epoca il proprio parere sul caso. Scenari che restano aperti, dunque, con la possibilità di estradizione che resta in piedi (e che andrebbe a capitalizzare un imponente lavoro diplomatico svolto dall’Italia) ma con la variante esistente, sebbene poco ipotizzabile, che questa venga bloccata dalla magistratura.