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Batterio killer: lettera a 10 mila pazienti a rischio

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Allarme in Veneto. La Regione scriverà infatti una lettera a circa 10 mila pazienti operati nelle cardiochirurgie del Veneto dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2017 per avvertirli che sono potenzialmente a rischio di aver contratto il “Mycobacterium chimaera”.

Mycobacterium chimaera

Si tratta di un batterio identificato per la prima volta nel 2004, diffuso in natura, presente soprattutto nell’acqua potabile e generalmente non pericoloso per la salute umana. Il periodo di incubazione dopo l'esposizione al M. chimaera risulta lungo, con una mediana di 17 mesi (range 3-72 mesi). E' responsabile di infezioni associate a interventi di cardiochirurgia a cuore aperto con esposizione a generatori termici in sala operatoria: gli heater cooler devices, che servono a regolare la temperatura del sangue durante questo tipo di  interventi. Segni e sintomi sono generalmente aspecifici e comprendono affaticamento, febbre e perdita di peso. Non esiste una terapia stabilita e il tasso di mortalità è circa del 50%. Il rischio di contrarre la malattia è considerato sostanzialmente basso (1 su 10000 pazienti) secondo il Public Health England. 

La relazione

Il batterio si potrebbe essere annidato in un macchinario utilizzato nelle circolazioni extracorporee e che in Veneto ha provocato già 6 decessi. “Ad oggi – si legge nella relazione del gruppo tecnico nominato per indagare sui decessi ripresa da Agi – in Regione Veneto, sono stati diagnosticati 16 casi di infezione da Mycobacterium chimaera, di cui due con intervento cardiochirurgico eseguito in altre Regioni. Su oltre 30mila interventi chirurgici eseguiti dal 2010 presso le Cardiochirurgie della Regione Veneto, sono stati individuati 14 casi di infezione, di cui 6 decessi. I pazienti potenzialmente interessati sono stimati in circa 10 mila”.

“A tutti verrà inviata una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l'indicazione dei numeri di telefono da contattare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari – si legge – I macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti. Viene comunque data a tutti i reparti l'indicazione di collocare tali macchinari, di qualsiasi marca di fabbricazione essi siano, all'esterno della sala operatoria. Considerato che dati di letteratura hanno evidenziato che il Mycobacterium chimaera sembra essersi annidato già nel sito di produzione del dispositivi, quindi antecedentemente all'installazione in sala operatoria, la Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della ditta produttrice”.

Milena Castigli: