Come accade per le monete, anche alcuni francobolli possono valere una fortuna. Pezzi unici che possono far gola a molti collezionisti. Siete sicuri di non averlo in casa?
Chi di noi non ha mai avuto in casa una piccola collezione? Forse tutti da bambini abbiamo accumulato le sorprese che trovavamo dentro quei piccoli scrigno di cioccolato a forma di uovo. C’è anche chi, anni indietro, collezionava i francobolli che trovava sulle cartoline o sulle lettere che arrivavano a casa. Magari tra di loro ce ne potrebbe essere uno che vale una vera fortuna. Ce n’è uno in giro che è il più raro in assoluto e magari potrebbe essere di vostra proprietà, quindi attenzione prima di buttarli.
Il più grande collezionista di tutti i tempi è italiano e si chiama Filippo De Ferrari. Sfortunatamente la sua collezione è stata dispersa in seguito a una serie di aste pubbliche che si svolsero nei primi anni ’20 del Novecento. Il patrimonio dei suoi francobolli fu stimato in 26 milioni e 400 mila franchi.
Ecco qual è il più raro e quanto vale
Il primo francobollo ad essere emesso è stato il cosiddetto Penny Black, stampato in Gran Bretagna nel 1840. Ritrae la regina Vittoria appena quindicenne e viene descritto come “il pezzo più importante della storia della filatelia mondiale”. Pensate: fu staccato esattamente dal foglio 1a, vale a dire il primo mai stampato della serie.
Alcuni dei francobolli italiani più rari sono quello dello Stato Pontificio emesso nel 1852 (che da solo vale 150 euro ma l’intera serie supera i 10mila euro), il tipo “Trinacria” realizzato dal Regno delle Due Sicilie (1400 euro), ed un secondo esemplare di “Trinacria” modello T che può valere fino a 15mila euro. Ma il più raro – e di un colore assolutamente particolare – è il “Gronchi rosa“: il suo valore è stato stimato oltre 30 mila euro.
Prende il nome dal terzo Presidente della Repubblica Italiana, Giovanni Gronchi, che occupò il Quirinale dal 1955 al 1962. Un anno prima della scadenza del suo mandato, nel 1961, il presidente Gronchi si recò in visita in Sud America, più esattamente in Perù. Per l’occasione fu emesso un francobollo che divenne subito rarissimo per un’errata rappresentazione geografica del Perù, con i confini non aggiornata rispetto alla guerra con l’Ecuador del 1940-41.
Il nostro consiglio è dunque questo: se avete una collezione di francobolli in casa, prima di buttarla spulciatela bene e, se avvistate un piccolo tagliandino di colore rosa, controllate con attenzione. Potreste avere in casa il “Gronchi rosa”: avrete sotto mano un bel gruzzoletto.