Non ce l’ha fatta il 30enne britannico che era rimasto ferito durante l’attacco in un ostello i Home Hill, nello stato settentrionale australiano del Queensland. L’uomo, Tom Jackson, stava cercando di proteggere una sua connazionale aggredita e uccisa da un 29enne di origine francese.
Lo scorso 23 agosto, l’uomo di origini francesi ha fatto irruzione all’interno dell’ostello, ha aggredito la giovane donna britannica gridando “Allah Akbar”, frase solitamente pronunciata negli attacchi jihadisti. La ragazza uccisa si chiamava Mia Ayliffe-Chung e si trovava in Australia per una vacanza lavoro.
Jackson, per cercare di difendere Mia, ha ricevuto coltellate al volto e al corpo. Il padre della vittima, ha dichiarato di essere “immensamente fiero” del tentativo fatto dal figlio per salvare la giovane donna dalla furia dell’aggressore. La madre di Mia ha invece dichiarato ai media che intende andare in Australia, dove al momento si trova il corpo della figlia, e intende cremarlo e consegnare delle piccole ampolle a un gruppetto di persone incaricate di spargere le ceneri in quei luoghi che sua figlia non potrà più visitare.
Nonostante l’aggressore abbia gridato una frase usata anche durante gli attentati dei jihadisti e la abbia ripetuta di fronte agli agenti al momento del suo arresto, le forze dell’ordine non credono che l’atto dell’uomo sia legato al terrorismo islamico, ma pensano che si possa trattare dell’azione di uno squilibrato. Ora l’uomo sarà incriminato di duplice omicidio e del tentato omicidio di un terzo uomo.