Attentato al Consorzio Unico Casertano: ordigno esplode davanti alla sede

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La Polizia di Stato sta indagando su un attentato con ordigno artigianale avvenuto ieri sera a Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta), davanti alla sede del Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e Caserta (Cub), ente in liquidazione da 10 anni che si occupa di raccolta rifiuti, e i cui lavoratori – circa 1000 sparsi tra le due province – potrebbero entro qualche mese concludere la mobilità ed essere licenziati.

Ordigno rudimentale

Secondo i primi rilievi raccolti dagli inquirenti si è trattato di un ordigno rudimentale di fattura artigianale con una bassa potenza deflagrante. Difatti la “contenuta carica esplosiva” ha mandato in frantumi la porta vetrata dell’ingresso della sede amministrativa del ‘Cub’ danneggiando sì l’infisso ma che ha retto alla potenza deflagrante dell’ordigno. Non ci sono stati feriti, poiché fortunatamente non c’era nessuno nelle vicinanze.

La pista dell’intimidazione

Sull’episodio indagano i poliziotti del Commissariato di Santa Maria Capua Vetere, che nella notte hanno perquisito alcune persone e hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza posizionate fuori alla sede del Consorzio.

Un gesto dove ancora non è chiara la matrice né la figura del destinatario del raid intimidatorio. Quanto è avvenuto potrebbe infatti essere opera di qualche squilibrato o di una bravata, ma l’ipotesi più accreditata è che l’atto sia connesso alla difficile situazione che vivono da anni i lavoratori del Consorzio.

La pista dell’intimidazione è dunque la principale delle varie al vaglio degli agenti del Commissariato di Santa Maria Capua Vetere diretti dal Vice Questore Stanislao Caruso.

I precedenti

Nei giorni scorsi – riporta Casertanews.it – si sono registrate delle tensioni al di fuori della sede del Consorzio sammaritano da parte di alcuni dipendenti del Consorzio che stanno lavorando nella raccolta dei rifiuti per conto della partecipata comunale all’igiene urbana dove gli stipendi arretrati e la mancata stabilizzazione post scadenza contrattuale erano le doglianze più feroci.

Milena Castigli: