Continuano le contraddizioni su Abdemajid Touil, il marocchino arrestato due giorni fa a Gaggiano dalla polizia italiana su mandato delle autoritĆ tunisine, e sulla sua presenza o meno all’attacco del Bardo. Le testimonianze di familiari, amici, conoscenti e insegnanti, ma anche le firme sui registri delle presenze della scuola di italiano da lui frequentata proverebbero che Touil si trovasse in Italia il giorno dell’attacco a Tunisi, ipotesi che inquirenti e investigatori milanesi sembrerebbero confermare. Dai primi accertamenti del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e degli investigatori del Ros e della Digos, dunque, verrebbe escluso il coinvolgimento del 22enne come esecutore materiale, proprio per l’alibi della sua presenza nell’hinterland milanese anche il 19 marzo, giorno successivo all’agguato al Museo da parte dei fondamentalisti islamici.
CiĆ² non vuol dire, tuttavia, che Touil non possa aver avuto un altro ruolo nella pianificazione e nella progettazione del blitz rivendicato dall’Isis e per questo gli approfondimenti dei pm milanesi – che poi trasmetteranno gli atti alla Procura di Roma che indaga sulla strage nella quale sono morti anche quattro italiani – proseguono con l’ascolto di numerose persone informate sui fatti e con l’analisi dei tabulati telefonici. Inoltre le forze dell’ordine sono al lavoro anche per ricostruire i movimenti del marocchino tra l’arrivo in Italia su un barcone lo scorso febbraio e l’arresto di due giorni fa.
Ma i primi atti dell’indagine degli inquirenti milanesi smentirebbero le ricostruzioni fornite dai media tunisini, secondo i quali il 18 marzo il marocchino non solo sarebbe stato a Tunisi, ma avrebbe anche incontrato i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali al museo e con loro si sarebbe diretto verso il Bardo. “Il 16 e il 19 marzo il ragazzo era in classe”, ha raccontato, invece, Flavia Caimi, docente dell’istituto R. Franceschi di Trezzano sul Naviglio (Milano), dove Touil frequentava un corso di italiano. E riscontri sul punto sono arrivati anche da diversi testimoni, non solo da amici e familiari del giovane.
“Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte in un altro Paese”, ha spiegato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale ha chiarito anche che “un mandato di arresto internazionale non ĆØĀ competenza italiana”. Il titolare del Viminale nell’informativa alla Camera ha fatto presente che va comunque chiarito quale ruolo nella strage “abbia effettivamente svolto Touil”, che ĆØĀ “gravemente indiziato”.
Il marocchino potrebbe, infatti, aver fornito supporto logistico o messo a disposizione armi e, in ogni caso, sono ancora in corso verifiche per capire se abbia contribuito o meno alla preparazione e semmai da dove. Certamente i primi esiti degli approfondimenti investigativi hanno sollevato molti dubbi, anche perchĆ©Ā il mandato di cattura internazionale contiene soltanto un elenco di capi d’accusa, senza alcun elemento piĆ¹Ā specifico su quello che avrebbe fatto quel giorno o nei giorni o mesi precedenti il marocchino. Le impronte digitali prese a Touil, poi, non sono ancora state comparate con quelle eventualmente a disposizione delle autoritĆ tunisine o marocchine e anche per questo gli inquirenti hanno attivato canali di contatto con il Marocco.