Operatori “fantasma” all'ospedale di Scilla, in Calabria. Trenta dipendenti pubblici – vale a dire i due terzi del totale del personale – della “Casa di cura di Scilla”, già “Ospedale Scillesi d'America”, sono stati raggiunti da un avviso di conclusione indagini per truffa aggravata ai danni dell’Ente di appartenenza perché assenteisti.
Le indagini
Grazie a riprese video e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, andati avanti per 3 mesi – scrive Ansa – i finanzieri hanno accertato che gli indagati, grazie a favori reciproci e falsificando i brogliacci cartacei riportanti i turni di servizio, riuscivano ad assentarsi indisturbati dal luogo di lavoro anche per diverse ore al giorno, su un orario previsto giornaliero di 6 ore di servizio. Molti impiegati giungevano la mattina con oltre 2 o 3 ore di ritardo e senza neppure dover firmare l’apposito brogliaccio: il collega d’ufficio aveva, infatti, già provveduto a firmare per loro in entrata. Poi, ovviamente, i colleghi “ritardatari” della mattina ricambiavano, all’uscita, il favore a chi aveva firmato in ingresso; in tal modo diversi impiegati potevano abbandonare ingiustificatamente il proprio ufficio con largo anticipo e senza neppure dover registrare la fine del proprio turno di servizio. Alcuni impiegati, addirittura, “coperti” da colleghi d’ufficio, non si presentavano neppure sul luogo di lavoro risultando regolarmente in servizio. Da qui il nome dell'operazione, chiamata “Free Time”: “tempo libero”. I provvedimenti sono stati emessi a conclusione di un'indagine condotta dai finanzieri della Compagnia Pronto impiego del Comando provinciale di Reggio Calabria con il coordinamento del procuratore di Reggio Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Diego Capece Minutolo.