Ancora guai per Juliane Assange. Infatti la La corte d’appello svedese ha confermato il mandato di arresto a carico di Julian Assange accusato di violenza sessuale. Il prossimo 17 ottobre il fondatore di Wikileaks, rifugiato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dovrà rispondere alle domande della procura svedese che lo ha indagato per un caso di stupro. Inoltre, l’interrogatorio sarà condotto da Wilson Toainga, procuratore dell’Ecuador, che procederà al possibile prelievo di fluidi corporei e porrà le domande al sospettato. Tuttavia potranno essere presenti il procuratore capo svedese Ingrid Isgren e un investigatore della polizia svedese.
La corte d’appello ha anche respinto il pronunciamento dell’Onu che la permanenza di Assange nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra è “detenzione arbitraria e illegale”. Per la Svezia, innanzitutto il parere del Working Group on Arbitrary Detention dell’Onu “non è vincolante” e in secondo luogo il soggiorno del fondatore di Wikileaks nella sede diplomatica non è “una privazione illegale della libertà”.
L’avvocato svedese di Assange, Per Samuelson, ha già annunciato che presenterà ricorso. “Ovviamente siamo delusi che ancora una volta un tribunale svedese abbia deciso di ignorare le difficili condizioni di vita di Assange e il rischio di estradizione negli Stati Uniti”.