Doveva essere una giornata di divertimento e relax, lontana dai problemi quotidiani. Invece si è trasformata in un incubo culminato con la morte. Lorenzo Blasi, 15 anni, era andato con gli amici a fare una gita al Lago Maggiore: per la precisione a Punta Vevera, davanti al Lido Arona. I problemi per la comitiva sono iniziati quando ha iniziato a fare tuffi, da uno dei punti più pericolosi di questo bacino idrico. Era metà pomeriggio quando Lorenzo non è più emerso dall'acqua, mentre in seguito al tuffo, stava cercando di raggiungere una barca ormeggiata alla boa. I suoi amici hanno sentito un grido prima di vederlo sparire completamente. Inutili i soccorsi, il corpo dell'adolescente è stato recuperato soltanto dopo due ora di ricerche alle 18.30.
I precedenti e la probabile motivazione
Non è la prima volta che a Punta Vevera si verifica un dramma di questo genere. Infatti nel luglio 2016 un 31enne è morto dopo essersi tuffato nello stesso punto, mentre nell'agosto di quello stesso anno era successo ad un 29enne. Altro episodio nel 2017 successivo quando a perdere la vita fu un 22enne. Secondo gli esperti tra le cause più probabili di questi incidenti c'è l'idorcuzione, una sincope da immersione rapida, specialmente in acqua fredda, caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento. Il meccanismo comincia con una vasocostrizione, che a sua volta provoca riflessi a livello di tronco dell'encefalo.