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Armato di machete semina il panico dentro al centro storico di Jesi

È stata un’ora e mezza di panico, quella che i cittadini di Jesi hanno vissuto ieri. Un giovane africano di 26 anni, dopo aver sfondato le vetrine di un’armeria e sequestrato due machete, ha iniziato ad aggirarsi per la zona di Porta Valle, a ridosso delle mura storiche, minacciando di decapitare i passanti.

Il ragazzo ha seminato il terrore dalle 19,30 alle 21 pronunciando frasi sconnesse e spaventando indistintamente chiunque gli capitasse sotto tiro. Poi sono sopraggiunte le forze dell’ordine e ha preso il via l’inseguimento, che è parso infinito: carabinieri, poliziotti in borghese armati di bastone e vigili urbani hanno cominciato a rincorrerlo e il ragazzo, in un primo tempo, è riuscito ad allontanarsi e rifugiarsi nella chiesa di San Pietro Apostolo. Ed è sui gradini di quella chiesa che è stato bloccato dalle forze di polizia. In quel momento è arrivata la madre, disperata. Il comandate della locale Compagnia Carabinieri Mauro Epifani le ha chiesto di accompagnarlo verso il giovane, e con le mani alzate si è avvicinato per calmarlo.

Nulla da fare. Il 26enne ha subito fatto partire un tiro, e l’ufficiale è stato colpito di struscio dal machete restando lievemente ferito. E dopo altri trenta minuti di paura e accerchiamento, O.P., pluripregiudicato e già arrestato la scorsa settimana, è stato arrestato. Era disoccupato, e al momento dell’azione, probabilmente, aveva assunto sostanze stupefacenti.

 

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