E'in mare già da un paio di giorni Aquarius, la nave gestita dalle ong Sos Mediterranée e Medici senza frontiere protagonista, nel mese di giugno, di un delicato contenzioso europeo sul porto di approdo per gli oltre 600 migranti che aveva a bordo in quei giorni. Trascorse nemmeno 48 ore in acqua, dopo aver sostato in porto per qualche settimana, la nave ha soccorso una piccola imbarcazione con 11 persone a bordo, alla deriva al largo della Tunisia. Secondo quanto riferito dall'equipaggio, la notizia dell'operazione è stata riportata alle autorità di tre diversi Paesi (Italia, Tunisia e Malta) nessuno dei quali, al momento, ha dato indicazioni precise alla nave su come muoversi e dove dirigersi.
Il soccorso
La Guardia Costiera italiana (l'unica ad aver risposto alla richiesta di soccorso inoltrata immediatamente dopo l'avvistamento della barca), rivelano da Aquarius, ha informato l'equipaggio di rivolgersi ai colleghi di Tripoli i quali, però, non avrebbero finora risposto. A seguito della mancata risposta dei libici, la nave ha perciò iniziato le procedure di soccorso, portando a bordo le 11 persone imbarcate sul piccolissimo scafo, nessuna delle quali dotata di giubbotto salvagente. Stando alle prime informazioni, il “barchino” sarebbe partito dalle spiagge tunisine di Khoms, non troppo distante dal confine libico: un punto da cui, nelle ultime settimane, sono stati registrati i più alti numeri di partenze e, soprattutto, le nuove tipologie d'imbarcazione usate dagli scafisti, più veloci e rapide dei gommoni (sette di queste, alcuni giorni fa, sono rapidamente approdate sulel coste di Lampedusa anticipando l'eventuale intervento delle motovedette italiane).
In mare
Aquarius è tornata operativa dopo aver trascorso l'ultimo mese in rada nel porto di Marsigila, raggiunto a seguito della decisione della autorità maltesi di vietare l'attracco nel porto di La Valletta per svolgere operazioni di rifornimento e cambio di equipaggio, ricevuto senza spiegazioni. Tuttora, non è chiaro dove la nave si dirigerà, considerando quanto accaduto con Roma ad agosto (quando a bordo erano stipate 141 persone, distribuite poi in 5 diversi Paesi europei) e con la stessa Malta.