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Amsterdam, 3 arresti per l’omicidio del pregiudicato Saverio Tucci

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Sono tre, al momento, le persone arrestate per l’omicidio del 44enne italiano ritrovato senza vita ad Amsterdam e, successivamente, identificato come Saverio Tucci, pregiudicato di Manfredonia con precedenti per spaccio. Meglio noto, negli ambienti della malavita, con il soprannome di ‘Faccia d’angelo’ (per il colore dei suoi occhi), Tucci è stato rinvenuto quest’oggi nella capitale neerlandese senza che le autorità locali abbiano comunicato a quelle italiane l’ora e il luogo del ritrovamento. La notizia dell’arresto dei tre sospetti è stata data dal quotidiano locale “Telegraaf”. Sull’uccisione dell’italiano stanno indagando le Forze dell’ordine dei Paesi Bassi ma, al momento, non è chiaro il movente né la modalità dell’omicidio.

Pregiudicato

Al lavoro anche i Carabinieri, intenti a ricostruire la dinamica dell’assassinio e, soprattutto, le motivazioni che hanno spinto Tucci a recarsi nella capitale neerlandese e da quanto tempo vi si trovasse. Per ora sono molte le ombre legate all’omicidio del 44enne il quale, negli anni scorsi, era in un’occasione scampato a un agguato a colpi d’arma da fuoco. Un accadimento recente che risale al 2012 quando, mentre si trovava impegnato in un lavoro di tinteggiatura presso uno stabile di Via Galilei, a Manfredonia, alcuni killer esplosero contro di lui una raffica di colpi che, comunque, riuscì a salvarsi rifugiandosi in un portone vicino. Anche suo fratello maggiore, nel 2002, rimase coinvolto in un agguato a Carapelle, nel corso del quale perse la vita. Il nome di Tucci, peraltro, figurava tra i condannati a seguito del processo istituito al termine dell’operazione Iscaro-Saburo condotta dalla Direzione distrettuale antimafia, la quale sferrò un duro colpo alla mafia garganica. In quell’occasione, l’uomo era stato condannato in via definitiva, a cinque anni e sei mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti.

Le Forze dell’ordine, alle quali Tucci era quindi noto da tempo, consideravano l’uomo estremamente vicino al clan dei Libergolis, operante nella zona di Monte Sant’Angelo e impegnata in una faida pluriennale con il gruppo dei Romito, attiva nell’area di Manfredonia.

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