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Alto Adige, la disposizione di Bolzano sul lockdown modello tedesco

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L’ultimo Dpcm non aveva convinto molto la Giunta provinciale di Bolzano che, almeno inizialmente, aveva scelto la linea morbida. Attività non chiuse del tutto, cinema e teatri aperti, godendo di un discreto margine di autonomia rispetto alle decisioni di Roma. Ora, però, la marcia del Covid-19 sembra aver convinto le autorità altoatesine. Che, a stretto giro, si allineano alla posizione tedesca, quella di un lockdown “light” per contenere la recrudescenza del virus e scongiurare una chiusura totale come quella di marzo. A pesare sulla scelta, probabilmente anche l’andamento dei contagi: 298 nuovi casi, con un andazzo di 537 positivi per 100 mila abitanti. Uno dei trend più alti in Italia per quanto riguarda i contagi da coronavirus.

Situazione peggiorata

Anche per questo, le misure annunciate dal presidente Arno Kompatscher non sono poi tanto soft: bar e pasticcerie chiudono i battenti, così come cinema e teatri, mentre ristoranti e negozi non potranno restare aperti oltre le 18. Unica eccezione, alimentari e farmacie. Kompatscher non nasconde che “la situazione epidemiologica è peggiorata negli ultimi giorni” e che la stima di un’ulteriore crescita dei contagi abbia convinto le autorità a prendere provvedimenti. Che, come per Berlino, scatteranno da sabato 31 ottobre, per proseguire fino al 24 novembre. “Comportandoci in maniera responsabile – aveva detto il presidente – possiamo tenere la situazione sotto controllo dal punto di vista sanitario ed evitare misure ancora più drastiche”. Ora non più.

Lockdown “light”

Il quadro è radicalmente cambiato rispetto a una settimana fa. Del resto, lasciare aperte le attività pare che non solo non le avesse riempite ma che non consentisse nemmeno loro di accedere ai ristori forniti da Roma. E lo stesso presidente Kompatscher precisa come “a seguito dell’andamento epidemiologico, l’ordinanza (quella di domenica 25 ottobre, ndr) è superata e ci muoviamo in linea con la Germania e l’Austria”. Aggiungendo, peraltro, un coprifuoco anche più rigido delle altre regioni, vietando la circolazione dalle 22 alle 5 del mattino. E per quanto riguarda le scuole, la didattica a distanza dovrà coprire almeno il 50% delle ore di lezione. Con un piccolo margine da sfruttare, visto che nei prossimi giorni le lezioni saranno ferme: “La settimana di ferie scolastiche va sfruttava per salvaguardare lavoro e attività economiche principali”. Mascherina obbligatoria, comunque, solo alle superiori.

Damiano Mattana: