E’ allerta terrorismo a Genova che, in base a una segnalazione partita da servizio di intelligence straniero, sarebbe la città con maggiori rischi dal punto di vista della sicurezza. In base a quanto riportato dal Secolo XIX, nella capitale ligure – tra la metà di luglio e l’inizio di agosto – ci sono state tre diverse operazioni che hanno portato a indagare dieci persone per terrorismo internazionale e a sequestri di denaro e materiale informatico.
Nel mirino un gruppo di nordafricani
I pm del pool antiterrorismo hanno indagato nelle scorse settimane cinque persone: tre libici, un tunisino e un siriano. L’accusa è terrorismo internazionale. I cinque, come scrive Il Secolo XIX, avrebbero frequentato la moschea di Sampierdarena guidata dall’imam Mohamed Naji, già indagato l’estate scorsa. In queste settimane i poliziotti della Digos e i militari del Gico della Guardia di finanza hanno effettuato perquisizioni in casa dei cinque e sequestrato soldi e telefonini. Nei giorni scorsi erano stati indagati quattro marocchini, anche loro frequentatori della moschea di Sampierdarena. Una decima persona, un albanese, è finito sotto la lente dei carabinieri del Ros perché avrebbe mostrato segni di radicalizzazione sul web. Le indagini che hanno portato all’iscrizione dei cinque partono dall’arresto di tre libici a gennaio 2016 nel porto di Genova. Le indagini del pool antiterrorismo stanno dimostrando come il porto di Genova sia strategico per i fondamentalisti. A maggio la finanza aveva sequestrato tre container dove erano nascoste 37 milioni di pasticche di tramadol, la cosiddetta droga del combattente. Quel traffico, sostengono gli investigatori, avrebbe fruttato all’Isis 75 milioni di euro.