Su proposta del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il Consiglio dei Ministri ha sciolto per mafia i comuni di Corleone (Palermo), Tropea(Vibo Valentia), Bovalino (Reggio Calabria) e Arzano (Napoli). L’accesso antimafia nel Comune di Tropea, che ha portato allo scioglimento degli organismi di gestione dell’ente, era stato disposto il 22 ottobre del 2015, su proposta dell’allora prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, e si era concluso il 22 aprile scorso. Gli accertamenti nacquero dopo l’indagine su possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione del Comune. Sindaco di Tropea era Giuseppe Rodolico, eletto con una lista civica.
Il caso del comune di Corleone, da cui partì la scalata di Totò Riina e Bernardo Provenzano ai vertici di Cosa Nostra, era già approdato, lo scorso gennaio, alla commissione Antimafia della Regione Sicilia. Il sindaco, Leoluchina Savona, aveva messo a verbale la propria preoccupazione per il ritorno in paese di alcuni personaggi legati ai clan. Da un’inchiesta della procura di Palermo, conclusasi poi nell’operazione “Grande Passo”, emerse come i reggenti delle cosche mafiose della zona incontrarono il primo cittadino, grazie all’amicizia che lega uno degli uomini, poi arrestati, e Giovanni Savona, fratello del sindaco. L’incontro avvenne il 3 settembre del 2014, e fu fissato perché alcuni degli uomini coinvolti nell’operazione puntavano a prendere in affitto uno stabilimento caseario di proprietà del comune.
Eletta nel 2012 con una lista civica di centrodestra, Savona è considerata un sindaco antimafia: dall’inchiesta della procura di Palermo non emerge alcuna consapevolezza sul ruolo degli uomini incontrati allo stabilimento, e per tanto non compare tra gli indagati. Dopo la notizia dello scioglimento del suo comune, interpellata su quell’episodio, ha dichiarato: “Quello che è successo a me potrebbe capitare a chiunque. Quando le persone si presentano hanno il certificato antimafia in mano, tra l’altro io li ho ricevuti al Palazzo di Città e al caseificio, che ho fatto visitare negli anni a migliaia di persone quando ero consigliere comunale. Sono venuti dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Sardegna, dalla Danimarca”.
Intervistata dalla Adnkronos, ha aggiunto che lo scioglimento per mafia si abbatte come “un macigno” sul suo paese: “Il nome che questa città si porta dietro è pesante di per sé”. E poi contrattacca: “C’è stato un accanimento politico molto potente nei miei confronti – dice -. Le persone oneste sono scomode. Non si è fatto in passato uno scioglimento per mafia, non lo si è fatto neanche ai tempi di Ciancimino e si è fatto ora che c’è una persona onesta”.