Categories: Cronaca

Alex, altro stallo: attrito fra Viminale e Mediterranea

Logo Interris - Alex, altro stallo: attrito fra Viminale e Mediterranea

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Alex, altro stallo: attrito fra Viminale e Mediterranea

Sembrava in via di risoluzione il caso della Alex, la barca a vela dell'ong italiana Mediterranea che, da alcune ore, staziona al largo di Lampedusa con 54 migranti a bordo: secondo fonti del Viminale, Italia e Malta avrebbero raggiunto l'intesa sulla ripartizione nel pomeriggio, con La Valletta che accoglierà gli imbarcati sulla Alex, mentre nel nostro Paese ne approderanno 55 che effettueranno il percorso inverso. Un accordo che, secondo il governo maltese, “non pregiudica la situazione in cui questa operazione ha avuto luogo e in cui Malta non ha alcuna responsabilità legale, ma fa parte di un'iniziativa che promuove uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l'Italia”. Navi militari si sono peraltro recate subito sul posto per effettuare il trasbordo dei migranti e, come inizialmente era sembrato, per condurli verso La Valletta, mentre altre 13 persone (tutte donne e bambini) sono state evacuate subito per impellenti necessità sanitarie. Nel frattempo, sempre dal Viminale arriva lo stop alla nave Alan Kurdi, della ong Sea Eye: secondo quanto riferito dal Ministero dell'Interno, l'imbarcazione “potrà fare rotta verso la Tunisia o verso la Germania. Anche in questo caso, la posizione del governo italiano è perfettamente coincidente con quella di Malta. Due Paesi che stanno subendo, ormai da anni, l'indifferenza e l'incapacità dell'Unione europea”. A bordo della Alan Kurdi ci sarebbero 65 persone, salvate nelle scorse ore nel Mediterraneo.

Il nuovo stallo

Al momento, però, la situazione è ancora in fase di stallo. Secondo il Viminale, infatti, “Mediterranea rifiuta l'offerta del governo italiano, ovvero il trasbordo degli immigrati per condurli a La Valletta, a condizione che in porto entri anche l'imbarcazione della ong Alex. E' una provocazione, una scorciatoia per dribblare le norme di un altro Paese membro dell'Unione europea. Vogliono l'impunità”. Un'accusa alla quale l'equipaggio del veliero ha replicato via ong, spiegando di non aver rifiutato La Valletta come porto sicuro ma che “in queste condizioni è impossibile affrontare 15 ore di navigazione. Siamo in attesa di assetti navali italiane o maltesi che prendano a bordo queste persone”. In sostanza, nonostante l'accordo paventato in giornata, si resta in un clima di incertezza, il che non giova alla situazione dei migranti (e dell'equipaggio) a bordo della Alex, stipati su un ponte di soli 18 metri, senza alcun riparo e in balia di un mare che inizierebbe a mostrare segni di irrequietezza. Il tutto mentre la Alan Kurdi, nonostante le parole di Matteo Salvini, inizia ad avvicinarsi alle coste di Lampedusa.

Il caso

Sono ancora incandescenti le polemiche per la vicenda della Sea Watch 3 e già, da ieri, si rischiava un caso analogo, quello della nave Alex dell'ong italiana Mediterranea, che ha salvato 54 migranti al largo delle coste libiche.  Dopo il salvataggio è iniziato il botta e risposta, non di sole parole, tra la ong e il Ministero dell'Interno. Con i volontari che hanno chiesto un porto sicuro, nella fattispecie Lampedusa, e il titolare del Viminale che in un primo momento ha risposto di fare rotta sulla Tunisia e in un secondo di virare su Malta. La quale ha dato la sua disponibilità ad accogliere l'imbarcazione. Però nella notte, per la precisione alle 4 del mattino, il veliero è giunto a 12 miglia dall'isola siciliana. Dunque da una parte volontà dell'ong di portare i 54 migranti in Italia perché allo stremo, dall'altra il Dicastero dell'Interno che ha perentoriamente indicato Malta. Infatti Matteo Salvini ha dichiarato: “Se non dirigeranno verso Malta, è chiaro che sarà l'ennesimo atto di disobbedienza, violenza e pirateria: io non mollo!”. Dunque il nocciolo della questione: chi porterà i migranti a Malta, lo Stato italiano o l'ong?  

La ricostruzione della vicenda

Su Twitter Mediterranea aveva spiegato: “Un decreto dei Ministri di Interno, Difesa e Trasporti ci vieta l'ingresso”. E ancora: “Il decreto è illegittimo perché non può applicarsi a una nave che ha effettuato una operazione di soccorso a tutela della vita umana in mare. E perché non può essere vietato a una bandiera italiana ingresso nelle acque del proprio Paese”. Poi, come detto, l'ong ha spiegato perché la sua imbarcazione non sia in grado di portare da sola i 54 migranti a Malta. “Per le condizioni psicofisiche delle persone a bordo e le caratteristiche della nave che non è in grado di affrontare la traversata verso Malta”. “Ma siamo disponibili a trasferire i naufraghi su motovedette maltesi o della Guardia Costiera italiana”, fanno sapere da Mediterranea. Che poi precisa: “E' sufficiente che le guardie costiere maltese e italiana organizzino con le loro motovedette il trasferimento”, ha aggiunto la portavoce Alessandra Sciurba ribadendo che “il veliero Alex non è in grado di navigare per oltre cento miglia”.

Giuseppe China: