Riciclaggio internazionale. E' questa l'accusa principale che ha portato stamani all'arresto di 20 persone nell'ambito di una maxi operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Roma. L'ordinanza, emessa dal gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, dispone anche l'obbligo di dimora con contestuale interdizione dall'esercizio di attività professionali o imprenditoriali a carico di ulteriori 5 indagati.
Le accuse
I 25 soggetti coinvolti sono tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, autoriciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Soldi sporchi
Nello specifico, i militari hanno accertato l'esistenza di 2 gruppi criminali: uno, con a capo due imprenditori romani, che avrebbe riciclato 15 milioni di euro di denaro 'sporco' nella provincia di Milano appartenenti alla comunità cinese. Dopo aver ricevuto i contanti, il gruppo criminale effettuava bonifici giustificati da fatture per operazioni in realtà inesistenti, emesse da società riconducibili all'organizzazione. Queste ultime, a loro volta, trasferivano il denaro sui conti di una società con sede a Londra, controllata da prestanomi dei cittadini cinesi, che rientravano così all'estero in possesso del denaro “ripulito”.
Droga
Un secondo sodalizio, facente capo anche in questo caso ad un italiano, imprenditore della provincia di Roma, risulta aver riciclato 3 milioni di euro provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti sul territorio della Capitale. Uno degli arrestati, imprenditore romano, operante nel settore del commercio d'auto, già in passato era stato arrestato per operazioni di riciclaggio effettuate a favore di Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda della Magliana.