Crescere un bambino significa anche e soprattutto educarlo, aiutarlo ad assimilare le regole della vita necessarie per convivere in armonia con gli altri all’interno delle comunità in cui viviamo e, primariamente, aiutarlo a diventare un adulto autonomo. L’educazione quindi, anche attraverso la lettura e i libri, fin dalla prima infanzia, è un fattore importantissimo per generare una crescita della società a 360 gradi. Interris.it, in merito a questi temi e alla possibilità di un loro sviluppo futuro, ha intervistato l’educatrice professionale e scrittrice Bruna Vergottini. Ella presta servizio in una RSA ed è autrice del libro per bambini intitolato “Parole magiche e colorate”.
L’intervista
Vergottini, che valore riveste per lei l’educazione dei bambini? Come ha fatto ad esprimerne l’importanza attraverso un libro?
“L’educazione ha un valore fondamentale. In particolare, l’educazione attraverso le parole, ha un significato molto profondo. Nell’epoca che stiamo vivendo, connotata da altre tipologie di comunicazione e immagini, la parola sta perdendo valore e ciò mi fa dispiacere molto in quanto, la parola nel suo complesso, è molto importante. La lingua italiana è molto bella e, l’espressione di concetti educativi per il suo tramite, è un modo bello per valorizzarla. Ho sempre avuto la passione per la scrittura ma, negli anni passati, l’ho tenuta per me. Da qualche tempo invece, ho iniziato a scrivere diversi racconti che mi hanno divertito molto e, attraverso le parole magiche e colorate, ho visto sorgere una possibilità di rilievo educativo. Penso, ad esempio, al valore dell’inclusione e dei buoni sentimenti che, ultimamente, si trascurano molto. Ho quindi cercato di esprimere e far affiorare nei diversi racconti il valore dell’amicizia, dello stare insieme e della semplicità. In particolare, le vicende narrate, hanno come protagonisti animali, oggetti e, più raramente, delle persone. Inoltre, in alcuni racconti, trovano spazio degli strumenti musicali perché, un’altra mia grande passione è la musica ed ho quindi incentrato una narrazione su un’orchestra che ho definito ‘orchestra del sottoscala’. In ogni storia però emergono sempre dei sentimenti che hanno un valore fondamentale”.
L’epoca che stiamo vivendo è fortemente connotata dall’emergere di nuove fragilità, anche nell’ambito dell’infanzia. In che modo, all’interno del suo libro, ha saputo unire l’educazione, l’inclusione e l’amicizia?
“I valori dell’educazione, dell’inclusione e dell’amicizia sono emersi in maniera abbastanza naturale. La mia formazione professionale e la mia indole personale mi hanno sempre fatto credere saldamente in determinati valori. Penso ad esempio alla parrocchia e all’oratorio, i quali mi hanno sempre fatto coltivare i valori dell’amicizia, dello stare insieme e dell’accettazione senza alcun giudizio. Nei racconti contenuti nel libro ci sono vari esempi: la coccinella senza pois che viene aiutata a superare le proprie fragilità, una piccola lucertola che, dopo aver perso l’orientamento in un prato, viene caricata sulla schiena da una salamandra, la quale la aiuta ad attraversarlo e ne nasce un’amicizia. Mi è piaciuto rispolverare dei termini desueti, come ad esempio nel racconto dell’‘abecedario’, che viene trovato da un bambino in un baule della soffitta della nonna. Questo ritrovamento fa scoprire e apprezzare al piccolo il valore delle parole. L’amicizia e l’inclusione traspaiono da tutti i racconti, insieme al valore dell’educazione e dell’armonia”.
Che messaggio ha voluto lanciare ai genitori e soprattutto ai bambini con il suo libro?
“I bambini sono i protagonisti di questo libro. Dopo aver scritto gli undici racconti da pubblicare ho pensato che ci volesse il colore dei bambini. Ho quindi chiesto a dei bambini se avessero avuto piacere di fare dei disegni dopo aver letto i miei racconti. Sono stati bravissimi ed entusiasti. Il libro stampato con i loro disegni è un traguardo anche per loro ed una possibilità maggiore di avvicinarsi alle parole scritte”.
Lei, oltre ad essere una scrittrice è anche un’educatrice. Quali sono i suoi auspici per il futuro e per la diffusione della lettura tra i più giovani?
“Vorrei continuare a scrivere e approfondire la tematica delle filastrocche. Queste ultime, a mio parere, rappresentano un altro strumento molto importante sul piano didattico e educativo. Aiutano l’apprendimento mnemonico e fanno affiorare i ricordi. È importantissimo fissare la memoria del tempo passato e di elementi che, in caso contrario, si perderebbero”.
In che modo, in base alla sua esperienza professionale e umana, l’educazione può unire le generazioni?
“In questi giorni, insieme a una mia collega, stiamo organizzando degli incontri degli anziani residenti in RSA con degli alunni delle scuole medie. I primi racconteranno, attraverso la descrizione di alcuni attrezzi, le lavorazioni che venivano fatte un tempo, come ad esempio la filatura della lana, la produzione di burro e di formaggio, l’intreccio dei cesti e dei gerli con materiali naturali. I ragazzi hanno accettato la nostra proposta con molto entusiasmo. Gli anziani hanno un grande patrimonio che possono trasferire ai più giovani e ai bambini che portano loro un grande entusiasmo. L’educazione non ha età, se viene intesa come relazione non tramonta mai e, a tutte le età, ci sono vari livelli di relazione che possono subentrare”.