Vaccari: “Dobbiamo tutti fare un passo verso la pace”

Il fondatore e presidente della Cittadella della Pace spiega il ‘metodo Rondine’, la trasformazione creativa del conflitto per far diventare amici i “nemici”

Foto per gentile concessione di Rondine Cittadella della Pace

Non ho bisogno della pace che verrà, ma della pace che serve oggi. E tutti dobbiamo fare un passo in questa direzione”. Nella cornice globale di quella che papa Francesco ha definito “terza guerra mondiale a pezzi”, la visione del presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace Franco Vaccari è nitida. In occasione della Giornata internazionale delle forze di pace delle Nazioni unite, Interris.it lo ha intervistato per capire come si educano i giovani alla pace e in cosa consiste il “metodo Rondine”.

Le radici

“Sono sempre stato dalla parte della nonviolenza, grazie agli insegnamenti di padre Ernesto Balducci, di Giorgio La Pira, di don Milani, dell’esempio della Comunità di Taizè in Francia e in generale del nuovo clima dopo il Concilio vaticano II”, racconta Vaccari. “Le radici della nostra associazione affondano in questo impegno e abbiamo iniziato l’attività declinando la nostra visione di pace in termini educativi”. Al tempo stesso, alla fine degli anni Ottanta, quando l’Unione sovietica è ancora in piedi, aprono dei canali di comunicazione con il Cremlino e allacciano le prime relazioni oltrecortina. In seguito nel borgo medievale di Rondine, nell’aretino, hanno accolto un superstite dei gulag, l’intellettuale e accademico russo Dmitrij Sergeevic Lichacev.

Foto per gentile concessione di Rondine Cittadella della Pace

Lo zenit

“La svolta è arrivata nel 1995, quando ci venne chiesto di fare da mediatori nella prima guerra cecena”, che vedeva schierati da una parte i separatisti di Dudaev e dall’altra i soldati della Federazione russa, “e riuscimmo a ottenere un cessate-il-fuoco di 72 ore, il primo di quella guerra”, continua il presidente. La tregua non venne rispettata, ma Rondine aveva comunque ottenuto un risultato e fatto da contatto tra le due fazioni. Dopo il conflitto “ci venne chiesto di ospitare alcuni studenti ceceni che a cause della guerra avevano dovuto interrompere gli studi. Accettammo, a patto che avessero convissuto con dei loro coetanei russi”, prosegue Vaccari. “Questo è lo zenit sotto cui lavoriamo da 27 anni. Da noi sono passate centinaia di giovani tra i 22 e i 29 anni, oggi alcuni di loro ricoprono posizioni di prestigio nei rispettivi ambiti”, spiega. Da quell’esperienza è poi nato lo Studentato Internazionale – World House, un periodo di due anni in cui vengono accolti giovani da tutto il mondo, provenienti da aree di conflitto, per coabitare con i loro “nemici”.

Foto per gentile concessione di Rondine Cittadella della Pace

Il metodo Rondine

Ci siamo chiesti come far nascere l’amicizia tra persone che erano arrivate noi nemiche le une delle altre, dolenti e impaurite. Così abbiamo elaborato il cosiddetto ‘metodo Rondine’”, aggiunge il fondatore. Un processo che consiste nella trasformazione creativa del conflitto, incanalandolo in una prospettiva costruttiva e non distruttiva. “Se si vogliono costruire relazioni, legami, occorre passare dai conflitti. Nel gergo comune ‘conflitto’ è sinonimo di guerra, ma non è solo questo. Nella vita di ognuno ci sono tanti attriti che generano un’energia e da questi confronti si può progredire, passare dai tanti ‘io’ al ‘noi’ che cura degli altri. Se si vuole creare qualcosa che duri, nelle tempeste della vita, si deve cominciare a praticare le relazioni in un modo nuovo”. Ecco spiegato in breve il “metodo” da chi ha contribuito a elaborarlo.

Foto per gentile concessione di Rondine Cittadella della Pace

I giovani

L’energia e il desiderio di realizzare un sogno hanno permesso a Vaccari e ai suoi compagni di dare vita alla Cittadella della Pace. Oggi il presidente dell’organizzazione sa che è ai giovani che bisogna rivolgersi per mantenere viva la speranza di un futuro senza guerre. “Noi eravamo giovani, avevamo dei sogni e hanno avuto fiducia in noi. Se facessimo lo stesso con i nostri giovani, che hanno passione e buone idee, potrebbero cambiare il mondo”, afferma. E per dargli questa opportunità, Rondine ha cominciato ‘ad andare’ dagli studenti, con il programma Quarto Anno Rondine. La possibilità di frequentare il penultimo anno di scuola superiore nella Cittadella della Pace. “A 17 anni i parametri sono i sogni e i desideri”, continua Vaccari. Il Metodo Rondine è uscito dal borgo toscano e ora si applica in 32 scuole superiori, “alcune hanno anche tre sezioni Rondine”, precisa il presidente, che aggiunge “stiamo lavorando per raggiungere anche le scuole medie e le elementari”.

La “youtopia”

Il cammino verso la pace si fa insieme. E la Cittadella accoglie per tre giorni, da giovedì 30 maggio a sabato 1° giugno, il festival internazionale sul conflitto YouTopic, giunto all’ottava edizione. “Abbiamo voluto unire le parole ‘you’”, che inglese è sia la seconda persona singolare “tu” che quella plurale, “e ‘utopic’, utopico”, sottolinea il presidente. Incontri, dibattiti e testimonianze, a cui prenderanno parte il governatore della Toscana Eugenio Giani, il vincitore del Premio Strega Daniele Mencarelli, l’economista Leonardo Becchetti, il regista Pierfrancesco “Pif” Diliberto, il maestro, giornalista e scrittore Alex Corlazzoli, il referente di Caritas Italiana per il Medio Oriente Danilo Feliciangeli, il giornalista e autore Michele Serra, l’ex magistrato Gherardo Colombo, Alberto Belli Paci, il figlio della senatrice a vita Liliana Segre che nel 2020 fece la sua ultima testimonianza pubblica proprio al festival. Stavolta sarà presente in collegamento per un saluto rivolto agli studenti impegnati nella marcia “Rondine in cammino per la pace”, da Arezzo al borgo di Rondine. Un evento che mette in evidenza la parola pace, ma Vaccari ci tiene a concludere ricordando che “bisogna occuparsi della pace sempre, non solo quando c’è la guerra”. Perché l’utopia non rimanga un’aspirazione, ma diventi possibilità concreta.