La testimonianza di Papa Francesco per passare dall’ “io” al “noi”. Interris.it ha intervistato il cardinale Edoardo Menichelli, assistente spirituale dell’Associazione nazionale medici cattolici. Una riflessione sulla direzione della barca di Pietro e il pontificato della misericordia di Jorge Mario Bergoglio.
Il “noi” di Papa Francesco
‘Verso un noi sempre più grande’. E’ il tema che ha scelto il Papa per celebrare (il 26 settembre) la 107° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il Pontefice lancia così il suo appello a far sì che “alla fine non ci siano più ‘gli altri’, ma solo un ‘noi’“. La Chiesa, quindi, è chiamata a “fare comunione nella diversità”. Da qui la “cura della famiglia comune e della casa comune“. L’obiettivo di papa Francesco è un “‘noi’ sempre più ampio e accogliente“.
Dagli “altri” al “noi”
Il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, ha presieduto uno dei circoli minori al Sinodo dei vescovi sulla famiglia. “I Pastori sono chiamati a stare nella storia e aiutare le persone a santificare la quotidianità– evidenzia il porporato a Interris.it-. La miseria è indegnità, la povertà è uno stile di vita. La verità è come l’acqua, la strada la trova. Non sono gli uomini che cambiano l’umanità, ma Dio. La Chiesa deve crescere nella dimensione della collegialità. Nell’assunzione comune e responsabile del bene di tutti. Senza mai dimenticare la differenza tra povertà e miseria“.
Disponibilità al dialogo
Prosegue il cardinale Menichelli: “Nei Vangeli si dice ‘beati i poveri’, non “beati i miseri’. Per rivolgersi alle coscienze serve sensibilità e disponibilità al dialogo. La Chiesa è per il mondo e per l’umanità. E l’umanità ha tante facce. Gesù ci ha donato la verità e la misericordia. Il nostro impegno come Chiesa è mettere
insieme verità e misericordia. Perché laddove non ci riusciamo rischiamo di dividere la persona di Cristo. Ogni Chiesa locale ha la sua storia e ogni storia è significativa per la bellezza di quella universale”. L’imperativo della Chiesa in uscita è “non abbandonare mai nessuno“.
Compassione d’amore
Papa Francesco, secondo il cardinale Menichelli, indica “la necessità di una Chiesa traboccante di compassione d’amore”. Una Chiesa che sappia “distinguere il peccato dal peccatore. Il nostro patrimonio è la maternità spirituale nei confronti dell’umanità. Nella convinzione che la bellezza della Chiesa non è negli addobbi. Ma nell’amore per Cristo e nell’impegno di liberare tutti dalla ‘inequità’ di cui Francesco parla nell’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’. Occorre suscitare l’impazienza della carità“.
Capacità di ascolto
Soprattutto in occasione del Sinodo dei vescovi il Pontefice ha colpito anche per la capacità di ascoltare. C’è bisogno, infatti, di maggior comprensione.
Secondo il cardinale Menichelli, “vescovi e sacerdoti devono comprendere
le problematiche e le fatiche che la famiglia e le persone sopportano a vari livelli”. In un mondo così complesso, “la Chiesa non può incasellare tutto in certi termini o certi concetti precisi che vescovi e sacerdoti si sono abituati a usare. Oggi molta realtà sfugge. Occorre unire l’educazione alla compassione. Ogni persona è un dono di Dio. E ha qualcosa da offrire all’altro”.
Il messaggio del Vangelo
Un appello ad accompagnare e a educare. Sostiene il cardinale Menichelli: “Dobbiamo impegnarci affinché ogni persona capisca il messaggio del Vangelo che non è contro nessuno ma a favore di tutti nel senso che può aiutare ciascuno a capirsi. E a vivere in relazione con gli altri. Superando le resistenze”.