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Un mese speciale con l’iniziativa: “Io mi affido a Maria”

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Da due millenni l’umanità provata da guerre e pestilenze si rivolge alla Madre celeste per implorare la sua protezione nei momenti più bui della storia. Dalle feroci persecuzioni subite dal cristianesimo delle origini alle turbolenze sanguinose del Medioevo fino alle devastanti crisi planetarie attraverso le quali l’età antica è confluita in modo tutt’altro che indolore e pacificato nell’epoca modera e poi nella contemporaneità globalizzata.

Lacrime e speranze

E’ sempre accaduto, durante le peggiori ondate di violenze e malattie collettive che lo sguardo dell’uomo di ogni tempo si levasse, carico di lacrime e di speranze, verso il cielo dove Maria è stata assunta. La pandemia ha terremotato stili di vita e ha abbattuto illusioni di onnipotenza. Da sola la potenza finanziaria  e scientifica delle civiltà sedicenti progredite non salva l’uomo. Per questo in tutto le persone di ogni certo e cultura si inginocchiano per affidarsi a Maria. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, per esempio, milioni di fedeli hanno recitato ogni sera alle 19,30 un’Ave Maria con il sacerdote di frontiera, don Aldo Buonaiuto. Una preghiera collettiva che per il mese mariano si estende dai social a Youtube, testimoniando la pervasività di una devozione che unisce generazioni e fasce sociali. Tanti torrenti di religiosità profonda e autentica che sfociano spontaneamente nell’unico mare della pietà popolare e della fede condivisa. Nei giorni scorsi, dopo il lockdown, sono ricominciati a Parigi i lavori per restituire al culto Notre Dame, monumento alla spiritualità mariana quasi raso al suolo un anno fa da un colossale incendio. E’ un segno di rinascita come quando, tra le sue smisurate navate, vi entrava a metà Ottocento lo scrittore francese Victor Hugo per ammirare il Popolo di Dio silenziosamente raccolto in preghiera.

Svolte epocali

“In oltre duemila anni, la Madre di Gesù è stata l’ispiratrice di programmi esistenziali ed epocali che hanno inciso in profondità sulle conversioni e i riposizionamenti di milioni di esseri umani e di intere generazioni- spiega don Buonaiuto-. Nelle difficoltà apparentemente insormontabili, la devozione mariana ha avuto un ruolo persino geopolitico che ha calibrato e spesso rivoluzionato la visione del mondo”. Intere civiltà, sottolinea il prete degli ultimi, hanno ribaltato gli errori in virtù proprio quando la storia sembrava condannarle ad una direzione opposta: “Nei regimi più atei di ogni tempo, la Madonna (Lourdes, Fatima, Guadalupe, Czestochowa, Medjudorje) ha toccato i cuori di milioni di fedeli, ha ottenuto miracoli, conversioni e grazie da suo Figlio come conseguenza di una testimonianza eroica e di una intercessione fondata sul cammino condiviso con il Risorto“.

Segno di salvezza

E’ un Primo Maggio destinato a entrere negli annali della storia ecclesiale e civile del Paese. Su proposta e sollecitazione di tanti fedeli, oggi la Conferenza episcopale affida l’Italia alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza. Stasera alle 21 la Chiesa italiana si unirà in preghiera attraverso i mezzi di comunicazione invocando Maria nella basilica bergamasca di Santa Maria del Fonte a Caravaggio. “La scelta della data e del luogo è estremamente simbolica- sottoilnea la Cei-.Maggio è, infatti, il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna, tempo scandito dalla preghiera del Rosario, dai pellegrinaggi ai santuari, dal bisogno di rivolgersi con preghiere speciali all’intercessione della Vergine. Iniziare questo mese con l’Atto di Affidamento a Maria, nella situazione attuale, acquista un significato molto particolare per tutta l’Italia“. Il luogo, Caravaggio, situato nella diocesi di Cremona e provincia di Bergamo, “racchiude in sé la sofferenza e il dolore vissuti in una terra duramente provata dall’emergenza sanitaria”. Alla Madonna la Chiesa affida i malati, gli operatori sanitari e i medici, le famiglie, i defunti.

Cuore Immacolato

Racconta il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dell’episcopato italiano: “Ho ricevuto più di trecento lettere piene di amore e di devozione nei confronti della Vergine Maria nelle quali si chiedeva perché non dedicare al Cuore Immacolato di Maria la nostra nazione, le persone che soffrono per questa epidemia, tutti coloro che lavorano negli ospedali e che devono occuparsi del loro prossimo”. Il primo maggio, nella festa di San Giuseppe lavoratore, sposo di Maria Vergine, la Chiesa affida, in particolare, i lavoratori, consapevole delle preoccupazioni e dei timori con cui tanti guardano al futuro.

Giacomo Galeazzi: