“La presenza della Uisg a Cop28 nasce una volontà. Quella di esplorare. E capire come poter diventare tramite di uno scambio virtuoso di prospettive. Di un confronto di idee e opportunità tra comunità locali e forum decisionali”, spiega suor Maamalifar Poreku. Prosegue la coordinatrice della campagna Uisg “Seminando speranza per il pianeta”: “Il modello è la Laudato Sì. Papa Francesco ci insegna che non ci sono due crisi separate. Una ambientale e un’altra sociale. Bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. È per questo che, come Uisg, abbiamo una convinzione. Crediamo cioè che per affrontare la crisi climatica sia necessario un approccio centrato sull’essere umano“. Aggiunge la religiosa: “Vogliamo vedere le persone più colpite dai cambiamenti climatici influenzare direttamente le decisioni riguardanti l’allocazione delle risorse. E in particolare, le scelte sui finanziamenti”. La Uisg fa leva sul profondo coinvolgimento delle suore con le comunità vulnerabili. E intende così contribuire a portare le voci più marginalizzate nei forum decisionali. “Allo stesso tempo crediamo che la capillarità della nostra rete possa servire alla tutela dell’ambiente. Contribuendo anche a garantire che le politiche globali siano attuate a livello locale. E favorendo trasparenza e responsabilità”, sottolinea suor Maamalifar Poreku.
Uisg e ambiente
L’Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg) è l’organizzazione internazionale delle suore. Ed è impegnata ad affrontare le sfide dello sviluppo internazionale. Suor Maamalifar Poreku, è la coordinatrice della campagna “Seminando speranza per il pianeta“. Spiega la religiosa: “Siamo di fronte all’urgenza del cambiamento climatico. E ci adoperiamo per portare concretamente le voci delle comunità marginalizzate al centro del dibattito globale”. Integrare l’azione climatica con un approccio olistico. Per affrontare la perdita di biodiversità, l’inquinamento ed altre sfide ambientali. Integrare la cura per l’ambiente e la cura per le persone. Rifiutando una visione antropocentrica che sostiene abitudini di consumo distruttivo. Integrare le istanze dei più vulnerabili all’interno dei quadri istituzionali e di leadership. Garantendo che le voci di chi è colpito in prima linea dal cambiamento climatico siano al centro del dibattito globale. Sono questi i punti fondamentali che l’Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg) ha portato a Cop28. La Conferenza delle parti delle Nazioni Unite è dedicata al clima. e si conclude oggi a Dubai. L’organizzazione riunisce 1.903 membri in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo.
Sfide ecologiche
Le religiose dell’Uisg sono impegnate in ogni parte del pianeta ad affrontare le sfide ambientali con l’azione e l’advocacy. in prima linea in un movimento che vuole modellare le conversazioni globali sulle tematiche di sviluppo attorno ai bisogni delle comunità locali. Nel novembre 2022, con il sostegno del Global Solidarity Fund, la Uisg ha lanciato Sorelle per l’ambiente: integrare le voci dai margini. Una dichiarazione che esprime la visione delle suore per una conversione ecologica radicata nella fede. Questa dichiarazione ha delineato le priorità che hanno guidato l’advocacy della Uisg nel 2023. Tra cui il “Sister-led dialogue on the environment”. Diverse tavole rotonde con cui la Uisg ha istaurato dialoghi con gli ambasciatori presso la Santa Sede. E le collaborazioni con nuovi partner. Per culminare nella prima rappresentanza della Uisg in un vertice Cop. Per il 2024 la Uisg focalizzerà il suo operato su tre importanti sfide. Mitigare il rischio di replicare paradigmi neocoloniali nelle soluzioni di “energia pulita”. E promuovere la trasparenza nelle iniziative cosiddette “green”. Poi limitare l’espansione di nuovi progetti minerari per proteggere l’ambiente. E ridurre l’impatto delle attuali industrie estrattive sui mezzi di sussistenza e sulla salute delle persone vulnerabili. Infine promuovere finanziamenti giusti e trasparenti per un’economia rigenerativa. E sostenere le comunità e le istituzioni cattoliche in un approccio agli investimenti basato sulla fede.
Crisi epocale
Suor Maamalifar ìndica l’obiettivo della partecipazione Uisg alla Cop28. Ossia “affrontare alla radice le cause profonde di questa crisi epocale”. Perché “dobbiamo incoraggiare i nostri leader a cercare soluzioni radicali per sfide radicali”. Come UISG, puntualizza la religiosa, “ci impegniamo a camminare fianco a fianco con le comunità che vivono ai margini. Così da muoverci insieme verso un futuro sicuro, giusto e pacifico. Per tutte le persone e per il nostro sacro pianeta”. Uisg è stata fondata nel 1965 su ispirazione del Concilio Vaticano II. Lo scopo è quello di promuovere una più profonda collaborazione tra le congregazioni femminili cattoliche. Oltre alla sua missione principale di formazione, sostegno e connessione, la Uisg agisce come “organizzazione ombrello”. Per le suore impegnate ad affrontare alcune delle sfide di sviluppo più urgenti del nostro tempo. Un’esperienza associativa che inizia nel 1951. Quando Papa Pio XII convocò un incontro straordinario che coinvolse le Superiore Generali con casa generalizia a Roma. La finalità di questo incontro era la creazione di un consiglio nazionale di religiose. A seguito di questo primo raduno, le suore che vivevano a Roma continuarono a riunirsi regolarmente.
Regina Mundi
Il primo frutto visibile di questi incontri fu la creazione del Regina Mundi . L’Istituto Pontificio che consentiva alle Religiose di studiare teologia a Roma. Sempre alla ricerca di nuove strategie. Per consentire alle leader di congregazioni religiose di diventare voci e testimoni profetiche all’interno della Chiesa e del mondo. Nel corso degli anni, l’Uisg ha continuato a crescere e a svilupparsi. I membri della Uisg sono le superiore generali che decidono liberamente di entrare a far parte di questa organizzazione. Esser parte della Uisg consente di “esprimere l’eterogeneità di carismi e culture“. E permette di “promuovere l’identità condivisa di chi segue Cristo all’interno della Vita Religiosa Apostolica“. Con l’mpegno a proclamarne il Regno.