Il destino dell’Ucraina lungo l’asse Usa-Europa. Il presidente francese, Emmanuel Macron, dirà a Donald Trump che “non può essere debole” davanti a Vladimir Putin. E che il suo “interesse strategico corrisponde al nostro”. Macron evoca il previsto incontro di lunedì alla Casa Bianca. “Gli dirò: ‘Non puoi essere debole davanti al presidente Putin. Non sei tu. Non è il tuo marchio di fabbrica. Non è nel tuo interesse. Come essere poi credibili con la Cina se sei debole con Putin?'”. Il leader francese evidenzia la necessità che Europa e Usa restino uniti sulla guerra in Ucraina. L’America di Donald Trump si oppone alla definizione della Russia come Paese “aggressore” in una dichiarazione del G7. E in una bozza di risoluzione Onu nel terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina, riferisce Claudio Salvalaggio. Questo mentre l’inviato Usa per il conflitto russo-ucraino Keith Kellogg annulla la conferenza stampa a Kiev. E il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Mike Waltz invita Volodymyr Zelensky ad abbassare i toni delle critiche al commander in chief. Oltreché a firmare l’accordo con Washington per lo sfruttamento delle terre rare. “È una totale inversione a U quella dell’amministrazione Trump verso l’Ucraina. Forse il più clamoroso capovolgimento di fronte dal dopoguerra- aggiunge il corrispondente Ansa da Washington-. Lo stesso presidente americano ha rincarato gli attacchi a Zelensky ripetendo gli insulti e le minacce social davanti all’acclamante platea della Future Investment Initiative a Miami. La conferenza di esponenti della finanza globale sostenuta dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita. Lo stesso Paese che ha ospitato i primi colloqui tra americani e russi per la pace in Ucraina“.
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Focus Ucraina
Il tycoon ha accusato nuovamente Zelensky di essere un “comico di modesto successo” e un “dittatore non eletto” che “si rifiuta di indire elezioni”. E che dovrebbe “muoversi rapidamente se non vuole perdere i territori che gli sono rimasti” perché “la guerra sta andando nella direzione sbagliata”. Poi, a bordo dell’Air Force One, ha ammonito che sono i russi ad avere “le carte in mano perché hanno conquistato molto territorio”. E si è sdegnato per il modo “maleducato” con cui Zelensky ha trattato il segretario al Tesoro Scott Bessent, non ricevendolo e non firmando l’accordo sulle terre rare. Un accordo che ha detto di voler resuscitare- secondo la Reuters – in una versione più semplificata e comunque prima di autorizzare potenzialmente un maggiore sostegno militare a Kiev o di proseguire i colloqui di pace. Ma la tensione fra i due leader è salita alle stelle dopo che Trump si è allineato alla narrativa russa arrivando a definire Zelensky un dittatore. Tant’è che Kellogg ha preferito annullare la prevista conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino dopo il loro incontro. Mentre consigliere per la sicurezza nazionale Usa Mike Waltz gli ha intimato di “abbassare i toni” e di firmare l’accordo sulle risorse minerarie. Al termine del faccia a faccia con Kellogg, definito “produttivo”, Zelensky ha teso comunque nuovamente la mano. “L’Ucraina è pronta per un accordo forte ed efficace di investimenti e sicurezza con il presidente degli Stati Uniti. Abbiamo proposto il modo più rapido e costruttivo per ottenere risultati. Il nostro team è pronto a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7″, ha dichiarato il leader ucraino. Dicendosi grato agli Usa “per tutta l’assistenza e il supporto bipartisan” all’Ucraina e al popolo ucraino”.
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G7e Onu
Washington, in vista del terzo anniversario della guerra, sta tentando di edulcorare il linguaggio usato finora dal G7 e dall’Onu, evitando di definire Mosca “aggressore”. Nessun sostegno inoltre alla bozza di risoluzione delle Nazioni Unite in cui si ribadisce anche il sostegno all’integrità territoriale ucraina. Il segretario al Tesoro americano Scott Bessent invece ha chiarito che sul tavolo dei negoziati per un accordo di pace potrebbe esserci un alleggerimento delle sanzioni contro la Russia, sottolineando che gli Stati Uniti sono pronti ad aumentare o a ridurre le misure in base alla volontà di Mosca di negoziare. Washington però dovrà coinvolgere anche la vecchia Europa, se non altro per le sanzioni europee già in vigore e per quelle in arrivo. Uno spiraglio di dialogo tra le due sponde dell’Atlantico è tenuto aperto dalle imminenti visite alla Casa Bianca del presidente francese Emmanuel Macron (lunedì) e del premier britannico Keir Starmer (giovedì). Leader dei due Paesi più attivi nella difesa di Kiev e gli unici con uno scudo nucleare e un posto nel consiglio di sicurezza dell’Onu. Macron arriverà lo stesso giorno in cui i vertici Ue (e il premier spagnolo) voleranno a Kiev a sostegno dell’Ucraina “eroica” nel terzo anniversario del conflitto. Intervenuto in conferenza stampa dalla Casa Bianca, il consigliere per la sicurezza nazionale Micheal Waltz è stato interrogato a proposito di una possibile “manipolazione” nei confronti di Trump da parte del presidente russo Vladimir Putin. “Se c’è qualcuno al mondo che può andare a braccetto con Putin, quello è Donald J. Trump”, ha risposto Waltz, che ha poi definito il tycoon “dealmaker in chief”.
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Sostegno all’Ucraina
Da parte sua Emmanuel Macron “non esclude” di “lanciare dei prodotti di risparmio e di ‘fare appello alla nazione” per “finanziare alcuni programmi” di difesa. E aggiunge: “Stiamo entrando in un’epoca in cui ciascuno di noi deve chiedersi cosa può fare per la nazione francese e per la Repubblica”. In questo senso, ha puntualizzato, un tale prodotto di risparmio sarebbe una “buonissima idea”. La prossima settimana Trump incontrerà a Washington Macron e il primo ministro britannico, Keir Starmer. Nei colloqui verrà discussa anche la questione relativa alla guerra fra Russia e Ucraina. “Insieme all’America e all’Europa, la pace può essere più sicura. Questo è il nostro obiettivo. La cosa principale è che questo non sia solo un nostro obiettivo, ma anche un obiettivo condiviso con i nostri partner. Soprattutto alla vigilia del terzo anniversario dell’inizio di una guerra cui noi in Ucraina vogliamo porre fine fin dal primo secondo– precisa Zelensky. Sono fiducioso che concluderemo con una pace affidabile”. Intanto Il vicepresidente degli Stati Uniti, Jd Vance, ha avvertito il presidente ucraino che non otterrà nulla “parlando male” del suo omologo statunitense. E si è rammaricato che in questi tre anni sia stato “mal consigliato” e gli sia stato fatto credere di non sbagliare mai. Secondo Vance “l’idea che Zelensky ha di cambiare l’opinione di Trump parlando male di lui nei media, chiunque conosca il presidente vi dirà che è un modo atroce di trattare con questa amministrazione”. L’incontro tra Russia e Stati uniti di Riad ci ha lanciato alcuni segnali allarmanti che dimostrano l’efficacia della propaganda russa e come essa abbia diffuso un’idea errata di quanto accaduto in Ucraina“, osserva il presidente lituano, Gitanas Nauseda. Nauseda puntualizza che questa “sorta di vittoria propagandistica della Russia” necessita quanto prima di una risposta da in grado di fermare le diffusione della sua narrazione.
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Strategia-Ucraina
Il leader lituano ribadisce la necessità di continuare a inasprire le sanzioni contro Mosca e contro la sua flotta ombra. Nonché di fissare una “data ragionevole come, ad esempio, il 2030” per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Mattia Bernardo Bagnoli, dopo aver lavorato al servizio politico dell’Ansa a Roma, nel 2015 è diventato capo della redazione Ansa di Mosca. “Le ultime cannonate di Trump colpiscono un’Europa già destabilizzata, faticosamente alla ricerca di un nuovo centro di gravità permanente. E che per certi versi continua a scegliere la strategia dell’opossum. Ossia fingersi morta dopo ogni bomba lanciata dal presidente Usa- osserva Mattia Bernardo Bagnoli- Il ragionamento è il seguente: sappiamo com’è fatto, non reagiamo alle provocazioni. Bruxelles, nel pieno della tempesta, tiene allora la barra dritta, approvando il 16esimo pacchetto sanzioni contro la Russia, per indebolirla ulteriormente”. E “il Cremlino non spezzerà la nostra determinazione”, promette l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas. Il mondo però sta cambiando intorno all’Europa ad una velocità disarmante ed è tutto da vedere se fingersi morti sarà una strategia sostenibile ancora a lungo.