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Ucraina nell’Ue: ecco cosa ne pensano i cittadini europei

Ucraina

Ucraina nell’Ue. Gli europei, secondo il nuovo sondaggio dell’Ecfr, aprono all’adesione dell’Ucraina all’Ue. Un dell’opinione pubblica nonostante i rischi per la sicurezza. Ma i cittadini dell’Unione Europea sembrano riluttanti ad un ulteriore allargamento del blocco. Il “sondaggio lampo” svolto dallo European Council on Foreign Relations (ECFR) rivela che gli europei sono favorevoli all’adesione dell’Ucraina all’UE. Nonostante i conseguenti rischi economici e di sicurezza. È stata riscontrata anche un’apertura nei confronti dell’adesione di Moldavia e Montenegro. Il sondaggio suggerisce che esiste un netto divario tra i “vecchi” e i “nuovi” Stati membri dell’Ue sulle tempistiche di un eventuale allargamento del blocco. L’opinione più diffusa in Austria, Danimarca, Germania e Francia è quella secondo cui l’UE non dovrebbe consentire l’adesione di nuovi Stati membri in questo momento, mentre in Romania e Polonia è maggiormente diffusa l’opinione opposta.

Ucraina nell’Ue

Piotr Buras e Engjellushe Morina, senior fellow dell’ECFR, sostengono che gli argomenti geopolitici a favore dell’allargamento sono più forti oggi di quanto lo fossero 20 anni fa. Ma l’opinione pubblica non ha seguito lo stesso percorso. Per conciliare questa situazione, Buras e Morina chiedono ai leader dell’Ue di esprimere un chiaro messaggio dando il via libera ai colloqui di adesione con Ucraina e Moldavia. E definendo una tabella di marcia per le riforme istituzionali che rassicureranno i cittadini. E avvieranno il processo di allargamento per tutti i Paesi candidati. Secondo un nuovo sondaggio dello European Council on Foreign Relations (ECFR), gli europei non concordano sui vantaggi dell’allargamento dell’Ue. Né sulla potenziale ammissione di Ucraina, Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Georgia, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia come Stati membri. Il sondaggio d’opinione multinazionale dell’ECFR è stato commissionato tramite YouGov e Datapraxis in sei Stati membri dell’UE (Austria, Danimarca, Francia, Germania, Polonia e Romania). L’indagine ha rilevato, da un lato, un forte sostegno per l’adesione dell’Ucraina. E, in misura minore, della Moldavia e del Montenegro. Dall’altro, altrettanto forti preoccupazioni sull’economia e sulla sicurezza conseguenti a tale adesione. C’è riluttanza verso la candidatura della Turchia in particolare. Ma anche a quelle della Georgia. E della maggior parte dei Paesi dei Balcani occidentali.

Supporto

La consapevolezza dei costi di un eventuale ampliamento non ne preclude il supporto. Tra gli intervistati che ritengono che l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue avrà un impatto negativo minimo sulla sicurezza dell’Europa. Il 44% si è dichiarato favorevole a tale adesione. Mentre solo il 27% si è dichiarato contrario. E, tra gli intervistati che si aspettano un impatto negativo minimo sull’economia dell’UE, il 40% è a favore di tale adesione (solo il 31%, invece, è contrario), una chiara indicazione dell’incrollabile sostegno europeo nei confronti di Kiev. I dati indicano chiaramente che esiste un netto disaccordo tra i cittadini sul tema dell’allargamento dell’Ue. Quelli dei “vecchi” Stati membri dell’UE, tra cui Austria, Francia, Danimarca e Germania, sono contrari. Mentre quelli “più giovani”, tra cui Polonia e Romania, appaiono più favorevoli. Dunque gli europei sono favorevoli all’adesione dell’Ucraina nell’Ue. Questo sostegno prevale in Danimarca (50%) e Polonia (47%). Con opinioni sostanzialmente divise in Romania (32% favorevole, 29% contrario), Germania (37% favorevole, 39% contrario) e Francia (29% favorevole, 35% contrario). L’Austria rappresenta un’eccezione. Poiché la maggioranza (52%) è contraria e solo il 28% favorevole.

Divergenze

Non mancano poi divergenze di opinione a livello regionale sulle tempistiche dell’adesione di nuove nazioni. Meno di un terzo dei cittadini del blocco “più vecchio” degli Stati membri (Danimarca 29%, Austria 28%, Germania 28% e Francia 27%) ritiene che l’Ue dovrebbe annettere nuovi Stati membri “in questo momento”. Nei “nuovi” Stati membri, invece, la percentuale raddoppia (Polonia 48% e Romania 51%). La candidatura della Turchia è tenuta in scarsa considerazione in tutta Europa: più della metà degli intervistati (51%) ritiene che a tale Paese “non dovrebbe essere consentito di aderire all’Ue”. La stessa riluttanza è emersa nei sei Stati membri sull’adesione del Kosovo (37%, la maggioranza, contrari), della Serbia (35%, la maggioranza, contrari) e dell’Albania (35%, la maggioranza, contrari). Si teme che l’adesione dell’Ucraina all’Ue possa comportare rischi economici e di sicurezza per l’Unione europea ed i suoi Stati membri. Molto di più rispetto all’adesione dei Paesi candidati dei Balcani occidentali. Il 45% degli intervistati ritiene che l’adesione dell’Ucraina all’UE avrebbe un “impatto negativo” sulla sicurezza europea, mentre il 25% ritiene che tale impatto sarebbe “positivo”. Il 39% ritiene inoltre che tale adesione avrebbe un “impatto negativo” anche sulla sicurezza interna del proprio Paese. Solo il 24% , invece, si aspetta un “impatto positivo”. Viceversa, l’adesione dei Paesi dei Balcani occidentali comporterebbe rischi relativamente minori. Con una divergenza di opinioni rispettivamente pari al 33% e al 23% tra coloro che si aspettano un impatto “negativo” o “positivo” sulla sicurezza dell’Europa.

Analisi

I senior policy fellow dell’ECFR, Piotr Buras e Engjellushe Morina, nella loro analisi dei risultati, affermano che esiste un bisogno urgente di “consolidare e proteggere lo spazio europeo”, in un contesto di conflitti ai confini dell’Europa. Chiedono ai leader dell’Ue di avviare i colloqui di adesione con Ucraina e Moldavia. E di stabilire una tabella di marcia dei prossimi step per tutti gli altri aspiranti Paesi candidati. Secondo Buras e Morina, un’azione di questo tipo, insieme a riforme istituzionali più ampie, aiuterà a riconciliare lo “scetticismo” dei cittadini sulla capacità del blocco Ue di accogliere nuovi membri. E a chiarire perché l’espansione è “imperativa per il futuro dell’Europa”. I risultati arrivano dopo che l’Ecfr ha pubblicato a novembre un power audit sulle opinioni degli Stati membri relativamente all’allargamento dell’Ue. Questo studio ha rilevato che i governi concordano ampiamente sull’allargamento come necessità geopolitica. Ma anche importanti disaccordi. Cercando poi di proporre delle soluzioni adeguate.

 

Giacomo Galeazzi: