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L’Onu contro la tratta di esseri umani

Attraverso una narrazione intensa e coinvolgente, la serie tv "La Promesa" invita il pubblico a confrontarsi con problemi attuali e spesso ignorati, offrendo uno sguardo penetrante sulle sfide affrontate da molte donne nel mondo contemporaneo

Il sostegno delle Nazioni Unite alla lotta contro le crude realtà del femminicidio e delle tratta di esseri umani. La Sanver Production Ltd distribuirà in Italia la serie televisiva “La Promesa”, una produzione di Caracol Internacional. Disponibile su Chili e Amazon Prime Video, “La Promesa” esplora tematiche di grande impatto sociale. Come il femminicidio, la violenza sulle donne, la prostituzione e la tratta di esseri umani. Ad essere portate sullo schermo sono storie ispirate a esperienze reali. Sotto la direzione magistrale del rinomato direttore del doppiaggio Santo Verduci, la serie segue le vicende di Ana, Frida e Seleni. Le vite delle tre giovani donne sono segnate da queste terribili realtà. Attraverso una narrazione intensa e coinvolgente, “La Promesa” invita il pubblico a confrontarsi con problemi attuali e spesso ignorati. Offrendo uno sguardo penetrante sulle sfide affrontate da molte donne nel mondo contemporaneo. Supportata dall’UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine), “La Promesa” non è solo una serie televisiva. E’ anche un importante veicolo di sensibilizzazione e cambiamento. Le storie di Ana, Frida e Seleni risuonano come un potente richiamo all’azione contro la violenza di genere e la tratta di esseri umani. La serie è già disponibile su Chili e Amazon Prime Video. E ha ricevuto consensi per la sua rappresentazione realistica e toccante delle esperienze vissute dalle protagoniste. Attualmente, sono in lavorazione nuovi episodi che concluderanno la serie. Promettendo di offrire ulteriori momenti di riflessione e consapevolezza.

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Nella foto una vittima della tratta, don Aldo Buonaiuto e il Sottosegretario Alfredo Mantovano

Stop alla tratta

Sanver Production Ltd invita tutti a seguire “La Promesa”. E a unirsi nella lotta contro queste ingiustizie. Contribuendo a dar voce a chi troppo spesso rimane in silenzio. La piaga del femminicidio è ancora lontana dall’essere debellata. “Giulia è diventata la Giulia di tutti per questo ne parlo ed agisco senza guardare alle critiche per una mia sovraesposizione“, ha detto Gino Cecchettin, padre di Giulia, la giovane d Vigonovo uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Parlando al Lido di Venezia nel corso di “About women“, un evento promosso dall’europarlamentare Alessandra Moretti. “Ho perso tantissimo – ha detto Cecchettin – e per la prima volta ho voluto dedicarmi al sociale. Il femminicidio è l’ultimo dei passaggi, il più estremo. Ma contro le donne ci sono tanti atti, tanti passaggi prima che si giunga a questo, e proprio su ciò si può agire nell’immediato“. Ha aggiunto: “Adesso, nel nome di Giulia, nascerà una fondazione. Ma non guarderemo al presente, la pianta è troppo grossa per poterla modellare, punteremo sul futuro, perché sui giovani sì che si può lavorare”. Inoltre “i giovani non sono amorfi o anaffettivi, sono sensibili, ci vuole una comunicazione puntuale, che porti valori, non disvalori come lo scoop di turno. Guardando, invece, al dialogo, valorizzando quanto in loro c’è di valido“.

Foto Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio dei Ministri/Image. Nella foto: Eugenia Maria Roccella

Nelle scuole

“Il governo sta lavorando molto contro la violenza sulle donne, e accanto alle tante iniziative assunte, dall’aumento dei fondi per i centri alla diffusione del 1522, fino alla nuova legge sulle misure di prevenzione, sappiamo che c’è bisogno di un cambiamento culturale. E questo cambiamento non può che partire dalle scuole e dalle nuove generazioni”, ha detto Eugenia Roccella. La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità è intervenuta a Venezia. Alla premiazione dei cortometraggi contro la violenza sulle donne presentati dalle scuole per il concorso promosso dai ministeri delle Pari Opportunità, dell’Istruzione e della Cultura. Prosegue Roccella: “Sulle nuove generazioni c’è spesso una narrazione negativa, e invece i ragazzi al di là dei casi di cronaca danno dimostrazione di essere capaci di coinvolgimento, di capire cos’è la violenza, di rendersi conto che il cuore di tutta la questione è la libertà delle donne. La grande qualità dei cortometraggi presentati ci ha colpito, ripeteremo l’esperienza anche i prossimi anni. E insieme alla presidente della Commissione Femminicidio organizzeremo in Parlamento una proiezione dei filmati vincitori”.

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Foto di José Luis Rodríguez Martínez su Unsplash

Esempio virtuoso

“Abbiamo bisogno di nuovi linguaggi contro la violenza di genere e i cortometraggi di queste scuole ne sono esempio virtuoso“, ha evidenziato al Lido di Venezia la presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Martina Semenzato ha preso parte alla premiazione del concorso di cortometraggi per le scuole secondarie contro la violenza sulle donne. “Ai ragazzi chiedo di essere attori del rispetto, alle ragazze di essere attrici della loro indipendenza mentale. Cioè di riuscire a rompere quei vincoli che spesse volte ci legano a situazioni difficili e ad essere anche donne forti, donne indipendenti economicamente che investono su loro stesse”, ha aggiunto Semenzato. Parità di genere, diritti, educazione ed Europa sono state le parole chiave della settima edizione di “About Women”. L’iniziativa si è svolta alla Terrazza Cinematografo all’Hotel Excelsior, nel quadro dell’81° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L’obiettivo è portare sotto i riflettori della Mostra dibattiti su tematiche sensibili e di respiro internazionale. Il ciclo di incontri è stato animato dal contributo di imprenditori, politici, artisti, giornalisti, attivisti e donne per infrangere il “tetto di cristallo“. In apertura della rassegna, il dibattito per raccontare la nuova Europa. A seguire, nella Casa di The Human Safety Net alle Procuratie Vecchie, si è discusso di educazione finanziaria come mezzo per guadagnarsi la libertà. Contrastando la violenza economica e favorendo il percorso di emancipazione femminile, con l’economista Azzurra Rinaldi.

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Foto di Tim Hüfner su Unsplash

Carceri

Tra i temi, la situazione carceraria del nostro paese. Sovraffollamento, proteste e aggressioni alla polizia penitenziaria, suicidi. Relatori il presidente dell’Associazione Antigone e un ex magistrato di sorveglianza. Quindi un focus sul vestire come forma di “atto politico”, dalla gonna corta al pantalone per il cambiamento di ruolo della donna nella società, con il direttore di “F”, Luca Dini. In dibattito con Chiara Tagliaferri e Maria Teresa Frisa, autrici del podcast “Sailor” e Paola Angeletti, Chief Sustainability Officer di Intesa Sanpaolo. A chiudere uno spazio dedicato alla violenza di genere, Gino Cecchettin ha condiviso la sua testimonianza. Dialogando con Paola di Nicola Travaglini, giudice della Corte di Cassazione e consulente della Commissione parlamentare sul femminicidio. L’attrice partenopea Cristina Donadio ha ricevuto “Women for Women against Violence-Camomilla Cinema Award“. Riconoscimento, dedicato al mondo cinematografico, che accosta i cruciali temi della violenza sulle donne e del tumore al seno. La cerimonia si è tenuta nello spazio Tropicana 2 dell’Italian Pavilion presso l’Hotel Excelsior del Lido durante l’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ma la prossima edizione vedrà come sede proprio Napoli.

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Foto: fondazione Ant

Tratta e speranza

No alla tratta e alla violenza di genere, sì alla speranza. Cristina Donadio, scelta e premiata da Elisa Grando di Elle Daily, ha ricevuto una preziosa scultura realizzata dal maestro orafo Michele Affidato. L’attrice è stata stata particolarmente apprezzata dal pubblico per il ruolo di Scianel in Gomorra. Nel luglio 2015 ha ricevuto una diagnosi di tumore al seno. Ne ha parlato due anni dopo nel corto “La scelta”, per la regia di Giuseppe Alessio Nuzzo. Per poi scendere in campo come testimonial dell’Airc nella campagna Nastro Rosa del 2020. L’attrice è anche impegnata contro la violenza sulle donne nell’associazione “Una Nessuna Centomila” presieduta da Giulia Minoli, che vede come presidente onoraria Fiorella Mannoia. I dati che riguardano la violenza di genere sono impressionanti. Ogni anno in Italia, oltre 100 donne vengono uccise da uomini che, quasi sempre, sostengono di amarle. Il tumore al seno è invece il big killer più letale e frequente nel genere femminile. Essendo la principale causa di mortalità oncologica con 12 mila decessi annui. Il cinema è capace di trasmettere messaggi potenti e svolge un ruolo fondamentale anche nella sensibilizzazione dicendo alle donne, soprattutto le più giovani, che è possibile rialzarsi anche nelle situazioni più difficili. Presenti alla cerimonia anche Martina Semenzato, presidente della commissione parlamentare sul femminicidio. Tra le personalità selezionate dal direttivo dell’associazione che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento figurano anche Maria Pia Ammirati, direttore Rai Fiction, Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, Sveva Alviti, madrina della Mostra del cinema, Riccardo Tozzi, fondatore e presidente di Cattleya. Mario Gianani, fondatore di Wildside, la regista Caterina Salvadori e il direttore della fotografia Davide Manca.

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