Gli angeli sono presenti nel momento della resurrezione e dell’ascensione di Cristo. Sono i primi testimoni e gli interpreti del Risorto e aprono la strada all’annuncio di vittoria sulla morte. Un angelo del Signore scende dal cielo, apre la tomba vuota, dalla quale annuncia il primo vangelo: “È risorto”, rifacendosi alle parole stesse di Gesù, “come aveva detto”, secondo il racconto di Matteo: “Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto” (Mt 28, 1-7).
L’angelo, il primo messaggero, svolge inoltre un servizio di missione. Egli non invia le donne nel mondo, come farà Gesù con gli apostoli. Le manda dai discepoli, affinché questi vadano dal Risorto, il quale poi li invierà come suoi testimoni (Mt 28, 7). Si vede anche in questo momento l’azione mediatrice degli angeli: da Cristo agli apostoli e dagli apostoli a Cristo. Essi non hanno un mandato proprio da compiere, devono semplicemente manifestare il Risorto, colui che invia con autorità e soltanto al quale i discepoli devono fare riferimento. Gli angeli sono al servizio di Cristo e del vangelo quali persone che per prime adempiono le sue parole e vi restano avvinti. Ciò viene confermato anche da Giovanni (Gv 20, 12). L’ascensione al cielo di Cristo, considerata da un punto di vista umano, è il completamento della risurrezione. Con essa Cristo entra per sempre nel possesso della gloria celeste. Anche qui gli angeli sono gli interpreti dell’avvenimento, scuotendo e illuminando l’animo dei discepoli, affinché si pongano nell’atteggiamento dell’attesa escatologica: “Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. I discepoli stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo” (At 1, 9-11).
L’annuncio angelico abbraccia, con un’ampia visione, la vicenda redentrice di Cristo, che dalla terra sale al cielo come dal cielo era disceso sulla terra, concludendo il circolo vitale della piena ricongiunzione tra Dio e gli uomini. Gli angeli sono introdotti in tale processo e per questa ragione ne sono gli annunciatori e gli accompagnatori. Come hanno svolto il loro compito nella fase discendente, così sono coinvolti nella fase ascendente. Nell’evento iniziale dell’incarnazione la loro azione è stata più volte segnalata, parallelamente nell’evento finale del ritorno glorioso di Cristo essi si mostrano attivi e gloriosi. In quel momento anche la loro missione sarà compiuta nel regno del Padre, con la beatificante comunione tra gli uomini redenti e il Cristo redentore, quando Dio sarà tutto in tutti.