In questo particolare frangente storico connotato da forti rincari dovuti alla crisi economica conseguente alla pandemia e alla guerra alle porte dell’Europa, la Giornata internazionale della consapevolezza degli sprechi alimentari e dell’acqua che ricorre oggi, assume una rilevanza ancora maggiore, viste le difficoltà nelle quali versa il comparto agricolo, ove si produce la maggior parte del cibo quotidiano consumato. In particolare, in riguardo a questo argomento, le tematiche da trattare sono molteplici, soprattutto la salvaguardia dell’ecosistema in cui l’agricoltura biologica assume un rilievo fondamentale nonché le politiche europee di tutela e valorizzazione di questo comparto. Interris.it, in merito a questi argomenti, ha intervistato Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra.
L’intervista
Oggi ricorre la Giornata Internazionale della consapevolezza degli sprechi alimentari e dell’acqua, che significato ha per Acli Terra?
“Il tema della capacità di gestire le risorse idriche è fondamentale nonché strategico. Ciò passa attraverso un’educazione all’uso delle risorse idriche e, le stesse organizzazioni come Acli Terra, hanno il compito di diffondere, insieme alle scuole e agli altri componenti della comunità educante, un messaggio di attenzione nella gestione delle risorse idriche, iniziando dalle abitazioni. Abbiamo sempre utilizzato l’acqua perché ne abbiamo avuta molta a disposizione e oggi invece, si riscontra la necessità di fare degli investimenti per gestirla meglio. Acli Terra, per questo motivo, chiede da mesi, di aumentare dal 4% al 6%, gli investimenti del Pnrr per la gestione delle infrastrutture idriche. In altre parole, dobbiamo migliorare la gestione dell’acqua, attraverso un’educazione diffusa ed un maggiore investimento sulla manutenzione e implementazione delle infrastrutture idriche.”
Che valore riveste l’agricoltura biologica per la preservazione dell’ambiente e la valorizzazione delle colture italiane?
“In Italia ci sono poco meno di 2,2 milioni di ettari coltivati a biologico, per un totale di superficie agricola del 17,5% sul totale mentre, la media europea, è del 9%. In riguardo alla parte economica dell’agricoltura biologica, è importante segnalare che, l’esportazione dei prodotti Made in Italy negli ultimi quindici anni, sono aumentate del 181%. L’obiettivo è di raggiungere il 25% del biologico con Farm to Fork e l’Italia sta procedendo speditamente ed è in salute. Tale salute economica e tecnica, rappresenta anche una salute di tipo ambientale. È necessaria l’assoluta adesione al percorso biologico quale elemento di miglioramento della qualità dell’ambiente e della salute umana, favorendo sia l’ecosistema che gli aspetti economici.”
In questo particolare frangente storico, segnato da forti rincari, come dovrebbero essere riformulare le politiche europee in materia?
“Gli attuali rincari vanno ad incidere moltissimo sull’economia agricola e di produzione. Quindi, tutte le riforme del settore previste in agenda secondo una determinata tempistica, purtroppo dovranno essere rallentate se, in contemporanea, non ci saranno soluzioni alternative. Ad esempio, per quanto riguarda l’utilizzo dei fertilizzanti, non si può chiedere improvvisamente all’Italia di diminuirne del 62% il quantitativo degli stessi, senza avere una soluzione tecnica alternativa e mettendo così in difficoltà gli agricoltori, già mortificati dalla questione del caro energia. Così, Farm to Fork, PFR e il Feap, devono fare i conti con i rincari perché, il tema della rendicontazione, non risponde a quelle che erano le previsioni per l’attuazione dei programmi.”
In ambito europeo recentemente si è parlato di Nutriscore, qual è il punto di vista di Acli Terra in merito a questo argomento?
“Acli Terra è inequivocabilmente contraria al Nutriscore, che è un’etichettatura a semaforo dove, con dei pallini di diversi colori, vengono valutati dei prodotti in base alla loro incidenza sull’agricoltura e sulla loro non incidenza sulla salute umana. Si basa esclusivamente sul prodotto specifico, mentre qualsiasi nutrizionista, ha sempre parlato di dieta equilibrata sulla base degli elementi nutrizionali dei prodotti, quindi sull’etichetta a tabelle, che permette di bilanciare la nostra dieta. In altre parole, siamo assolutamente contrari al Nutriscore e vogliamo che, tutti i cibi, siano contraddistinti da una etichettatura a tabella, per far sì che, ogni persona, grazie all’educazione alimentare, riesce a equilibrare la propria dieta. Il Nutriscore è stato fatto per un presupposto di comunicazione, nel quale la persona vede l’etichetta a colori e valuta, mortificando così la capacità di discernimento di ognuno. Dovemmo invece auspicare una maggiore consapevolezza culturale e, a tal proposito, l’etichetta tabellare, la migliora”.