“Ferma condanna dell’invasione della Russia in Ucraina. Ora l’Europa resti unita: ha un grande ruolo da svolgere nella difesa della pace”. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del vicepresidente e coordinatore unico nazionale di Forza Italia (Fi), Antonio Tajani, sentito stamane da Interrs.it, sulla guerra in Ucraina.
Oltre ad essere il vicepresidente e coordinatore unico nazionale di Fi, Tajani è europarlamentare dal 2014 e vicepresidente del Partito Popolare Europeo. È stato, dal 18 giugno 2008 al 1º luglio 2014, Commissario europeo, dapprima ai Trasporti e poi, dal 9 febbraio 2010, all’Industria e presidente del Parlamento europeo dal 17 gennaio 2017 al 3 luglio 2019.
L’intervista ad Antonio Tajani
Come commenta l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia?
“Forza Italia condanna con fermezza l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Mosca non aveva nessun diritto di invadere una Nazione. Ora ci auguriamo che si arrivi quanto prima al ‘cessate il fuoco’”.
In che modo?
“Lo si può ottenere solo con una coesione forte di tutto l’Occidente: Nato, Europa e Stati Uniti. Insieme devono infliggere delle sanzioni forti che però non siano controproducenti, ma che siano mirate alla Russia. Una escalation di violenza non fa bene a nessuno, dobbiamo evitare migliaia di morti. Una guerra alle porte d’Europa (direi quasi nel cuore dell’Europa) sarebbe un dramma incalcolabile. Bisogna dunque fermare immediatamente l’escalation lasciando aperte le porte della diplomazia e, anzi, incrementando l’attività diplomatica in questo momento”.
Come pensa che si muoverà ora l’Ue?
“Il Parlamento europeo ha indetto una sessione straordinaria a Bruxelles sul tema dell’invasione in Ucraina per martedì prossimo. L’Europa ha un grande ruolo da svolgere nella difesa della pace”.
Lei è europarlamentare dal 2014 ed è stato presidente del Parlamento europeo dal 2017 al 2019. Come sono cambiati i rapporti tra la Ue e la Russia negli anni?
“Purtroppo dopo l’incontro del 2002 a Pratica di Mare – quando Silvio Berlusconi riuscì a mettere seduti allo stesso tavolo l’allora presidente Usa George Bush e il presidente russo Vladimir Putin – si sono fatti solo passi indietro. Quella volta sembrava quasi che la Nato fosse pronta ad accogliere la Russia stessa. C’era quindi un avvicinamento del Cremlino all’Occidente. Purtroppo la situazione negli anni è andata peggiorando”.
L’Europa avrebbe potuto fare di più?
“Sì, l’Europa forse poteva fare di più come ponte tra Stati Uniti e la Federazione Russa. E’ mancata una vera politica estera di difesa europea. Noi dicevamo: ‘serve una politica estera unica’ e ‘serve una politica di difesa europea unica’. Ora ci rendiamo conto che questa mancanza ha delle conseguenze negative”.
Le borse hanno aperto in profondo rosso. Quali ripercussioni economiche secondo lei per l’Europa e l’Italia?
“Le ripercussioni economiche ci saranno e saranno pesanti. Il prezzo dell’energia, quello delle materie prime, è già schizzato alle stelle in queste ore. Bisogna lavorare per la pace in primis per salvare vite umane, ma anche (e non è secondario) per impedire ricadute economiche negative sulla popolazione europea e italiana. A tal motivo, le sanzioni devono servire per fermare l’invasione. Non devono essere controproducenti; servono sanzioni che colpiscano gli interessi di chi comanda la federazione russa”.
Putin ha minacciato “conseguenze” contro chi difenderà l’Ucraina. C’è un reale pericolo di una guerra nucleare?
“Putin non ha mai parlato apertamente di ‘guerra nucleare’. E’ necessario comunque lavorare per raggiungere un ‘cessate il fuoco’ più rapido possibile”.
Trump ha definito Putin un genio e ha detto che con lui alla Casa Bianca non sarebbe scoppiata la guerra in Ucraina. Quanto conta davvero il cambio di politica estera americana (da Trump a Biden) su questa crisi?
“L’unica responsabilità è della Federazione Russa. Non ci sono motivazioni per invadere un Paese democratico. E’ una violazione chiara del diritto internazionale. Su questa vicenda le responsabilità sono soltanto russe. Polemiche a parte, credo che in questo momento si debba comunque lavorare tutti quanti per la pace”.
Come pensa che si muoverà l’Ue e il governo italiano?
“Bisogna muoversi tutti insieme. L’unità – in particolare dell’Occidente – è la conditio sine qua non ed è fondamentale per raggiungere la pace e arrivare quanto prima al ‘cessate il fuoco’”.