Insieme contro la tratta di persone, da ogni parte del mondo, in memoria di santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese simbolo sia dell’impegno contro quello che papa Francesco otto anni fa ha definito “flagello indegno della società” che della possibilità di liberazione e di riscatto delle vittime. L’8 febbraio si celebra infatti memoria liturgica della religiosa canossiana segnata dalle 144 cicatrici inflitte quando era stata rapita e fatta schiava, e in questa data ricorre la Giornata mondiale di riflessione e preghiera contro la tratta, giunta alla sua nona edizione.
La Giornata
L’iniziativa, per la quale è stato scelto il tema “Camminare per la Dignità”, coordinata dalla rete internazionale anti-tratta Talitha Kum, che conta più tremila suore, amici e partner, promossa dalle Unioni delle Superiori e dei Superiori Generali, in partnership con, tra gli altri, il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, il Dicastero della Comunicazione, Caritas internationalis, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la Federazione internazionale Azione cattolica e molte altre organizzazioni in tutto il mondo, quest’anno dura una settimana, da lunedì 6 a domenica 12 febbraio, con il suo momento centrale rappresentato dal Pellegrinaggio online di preghiera e riflessione di mercoledì 8 febbraio. A dimostrazione che è una giornata veramente mondiale, la settimana di incontri e formazione sulla tratta di esseri umani richiama a Roma 15 giovani rappresentanti del network della Giornata.
Santa Bakhita
Patrona delle vittime della tratta, la giovane conosciuta con il nome di Bakhita, datole dai suoi stessi rapitori, nasce nell’attuale Sudan presumibilmente nel 1869 e nella prima parte della sua vita viene comprata per sei volte da diversi padroni, patendo le sofferenze fisiche e morali della schiavitù. Nel 1882, nella capitale del Paese, Khartoum, viene acquistata dal console italiano Callisto Legnani e due anni dopo arriva in Italia, in Veneto, dove prende servizio come bambinaia presso una famiglia. Qui conosce le religiose canossiane e la fede cristiana, il 9 gennaio 1890 viene battezzata col nome di Giuseppina. Nel 1896, dopo essere entrata in noviziato tre anni prima, prende i voti. Nel 1902 viene trasferita a Schio, dove rimane fino alla morte, l’8 febbraio 1947. San Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 17 maggio 1992 e poco più di otto anni dopo, l’1 ottobre 2000, l’ha canonizzata.
La tratta di persone
“La tratta di esseri umani è una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo”, così il Pontefice parla questo fenomeno di oppressione e sfruttamento ai danni dei più deboli che colpisce milioni di persone nel mondo e “frutta” oltre 150 miliardi di dollari di profitti annuali, due terzi dei quali derivanti dalla schiavitù sessuale, secondo un dato dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) del 2014. Il terreno dove prolifera la tratta è quello dei Paesi segnati da forti e gravi diseguaglianza socio-economiche, per cui i soggetti maggiormente vulnerabili, uomini, ma anche donne e bambini – una vittima su tre è infatti un bambino – sono più facilmente esposti alla rete di traffici per lo sfruttamento sessuale, lavorativo, il prelievo illegale di organi, tra gli altri, trovandosi poi a vivere in condizioni degradanti dove subiscono abusi che lasciano segni fisici e soprattutto mentali profondi.
L’intervista
In occasione della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, Interris.it ha intervistato la coordinatrice internazionale di Talitha Kum suor Abby Avelino.
Qual è il senso del messaggio della nona edizione dell’iniziativa?
“Il tema di quest’anno della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta è ‘Camminare per la Dignità’ contro il traffico di persone ed è stato scelto da gruppi di giovani. Sono loro infatti i protagonisti della promozione del significato di questo messaggio, che ci chiama tutti a mantenere viva la speranza e i valori che guidano il nostro essere attenti alla dignità di tutti gli esseri umani, di quelli vulnerabili in particolare, come i giovani e i bambini”.
Quest’anno, per la prima volta da quando è stata istituita, la preghiera e la riflessione sul tema coprono un’intera settimana con molteplici iniziative. Com’è nata quest’idea?
“Quest’anno lanceremo la Giornata dedicata all’attivazione dei giovani all’interno di Talitha Kum e delle organizzazioni partner in vista delle per celebrazioni del decimo anniversario dell’iniziativa, nel 2024. Abbiamo invitato i giovani rappresentanti di queste realtà con l’obiettivo di incamminarci, guidati dalla fiducia, nella promozione di azioni anti-tratta che ci facciano riscoprire la dignità, risvegliare la gioia di vivere e liberare la speranza, lasciandoci ispirare dalla creatività e dalla forza spirituale dei giovani”.
Quali risultati e progressi sono stati raggiunti nella lotta alla tratta e nell’aiuto alle vittime?
“Sempre più spesso abbiamo assistito a grandi cambiamenti e all’aggravarsi delle crisi, con il conseguente aumento del numero di gruppi a rischio e di persone vittime della tratta. Tuttavia, è cresciuto anche il coinvolgimento delle persone di buona volontà nell’affiancarsi alle vittime e ai sopravvissuti della tratta di esseri umani. Camminando congiuntamente, giovani, adulti, bambini, persone con diverse tradizioni religiose e culture, dobbiamo lavorare insieme – la Chiesa, lo Stato e le comunità – per eliminare tutte le forme di sfruttamento e di tratta di esseri umani”.
In quali modalità, nuove e attuali, i giovani mettono in pratica il loro impegno?
“Il loro ruolo innova il modo di coinvolgere le persone nella preghiera, condividendo e diffondendo il messaggio dell’iniziativa alle persone più giovani, come anche a chi ha tradizioni religiose differenti o è non credente”.
Dignità della persona, pace, ambiente naturale. Come custodirli al meglio?
“Salvaguardare la dignità di ogni persona è possibile solo se sappiamo mantenere la pace e proteggere l’ambiente camminando insieme, senza lasciare nessuno indietro, come pellegrini della dignità umana e della speranza. Come comunità, anche le piccole cose che possiamo fare per mettere fine alla tratta contano”.
L’8 febbraio è la data in cui si celebra la memoria liturgica di santa Giuseppina bakhita. Come la sua figura ci può essere da esempio oggi?
“In questo giorno celebriamo santa Bakhita, la protettrice di chiunque soffra per le violenze del traffico di esseri umani, simbolo del viaggio dall’oscurità del traffico e dello sfruttamento alla luce della dignità umana e della libertà. Possiamo riflettere questo su ogni persona che incontriamo, infondendogli luce e speranza”.
Santa Bakhita è nata in Africa, dove papa Francesco si è appena recato per il 40° viaggio apostolico e ha lanciato il messaggio che il continente deve poter diventare protagonista del proprio destino. In che modo l’Africa può riuscirci?
“Il continente africano può raggiungere questo obiettivo riconoscendo che può farlo…insieme! Come dice un proverbio africano, ‘quando le ragnatele si uniscono, possono legare un leone’. Che santa Bakhita interceda per noi, mentre ci impegniamo e preghiamo per porre fine alla tratta di esseri umani”.