«L’Europa di domani è nelle vostre mani. Siate degni di questo compito. Voi lavorate per restituire all’Europa la sua vera dignità: quella di essere luogo dove la persona, ogni persona, è affermata nella sua incomparabile dignità». Prendo spunto da questo pensiero di San Giovanni Paolo II per introdurre la “Conferenza per il futuro dell’Europa” lanciata dall’Unione Europea, e per sottolineare l’importanza di sostenere la posizione della Federazione One of Us all’interno di questa “Conferenza”.
La “Conferenza per il futuro dell’Europa” è una piattaforma online che manifesta quello spirito democratico che vuole rendere i cittadini vicini alle istituzioni, rendendoli partecipi della costruzione della casa comune europea. Si tratta quindi di uno spazio di consultazione – aperto fino alla primavera 2022 ̶ dedicato ai cittadini registrati sulla piattaforma per offrire loro la possibilità di esprimere le proprie opinioni, manifestare le proprie aspirazioni, presentare le proprie proposte. È possibile anche condividere, sostenere, commentare le idee altrui; organizzare o partecipare a un evento e confrontarsi con altri cittadini.
Oggetto della Conferenza sono in sostanza i valori e i diritti che i cittadini intendono promuovere pensando al futuro dell’Europa. Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea si sono impegnati a raccogliere quanto emergerà dalla consultazione e a dare seguito, nell’ambito delle rispettive competenze, alle raccomandazioni ricevute. Entro la primavera del 2022 la Conferenza dovrebbe giungere a conclusioni e fornire orientamenti sul futuro dell’Europa.
L’iniziativa in sé è apprezzabile e rientra in quell’attenzione che l’UE ha voluto riservare alla voce dei popoli d’Europa presente nel Trattato di Lisbona. Tuttavia non dobbiamo nascondere ombre e preoccupazioni. Sarà veramente ascoltata la voce di coloro che vogliono promuovere la cultura della vita?
La domanda non è peregrina se pensiamo alla pregiudiziale chiusura che nel 2014 la Commissione europea mostrò nei confronti dei quasi 2.000.000 di cittadini che chiesero alle istituzioni europee almeno di non finanziare attività distruttive di esseri umani nella fase embrionale dell’esistenza. Quasi due milioni di cittadini europei: un grande successo popolare, il più elevato numero di firmatari mai raggiunto in altre iniziative. Ma non è peregrina pensando anche che nel quadro della prossima presidenza francese dell’UE, prevista nel primo semestre 2022, il Segretario di Stato degli Affari Europei, Clément Beaune, sta spingendo affinché il “diritto all’aborto” sia considerato valore dell’Europa. Si tratta di una posizione gravissima che nega l’anima, le radici e le ragioni dell’Europa; che, in definitiva, nega alla sorgente l’autentica cultura dei diritti umani su cui i padri fondatori dell’Europa – De Gasperi, Schuman, Adenauer – hanno costruito “il più grande progetto politico di tutti i tempi”. Una contraddizione tanto grave e profonda costituisce la sconfitta dell’Europa, non il suo rilancio. La pretesa del “diritto di aborto” è un elemento estraneo all’umanesimo europeo, principio di corruzione del suo patrimonio culturale, segno e causa di una più generale disgregazione.
Se riflettiamo a fondo, vediamo che l’UE è stata voluta per difendere la vita. L’Europa vera dovrebbe essere, perciò, non quella dei mercati e dell’economia ma quella della dignità umana. A cosa è dovuta questa drammatica contraddizione che oscura la verità dei diritti umani? Proviene dal far prevalere gli interessi pratici, l’ideologia, una malintesa idea di libertà, sulla ragione moderna. La scienza di oggi dimostra la piena identità umana dei figli anche prima della nascita, dal concepimento. In ogni caso, dal punto di vista dei comportamenti pratici, occorre applicare il principio di precauzione, universalmente accettato.
La “congiura contro la vita”, cioè la “cultura dello scarto”, non riesce a contrastare la scienza e non accetta neanche il dubbio, perciò preferisce imporre il rifiuto dello sguardo sul concepito, coprendo la verità con il preteso “diritto di aborto”. Come si può proclamare i diritti dell’uomo e poi negare il più fondamentale dei diritti al più povero, inerme, indifeso, silenzioso degli uomini? Come si può pensare che dare la morte con la forza organizzata degli Stati sia una conquista e un avanzamento di civiltà? L’estesa crisi del nostro tempo, che tocca vari ambiti del vivere insieme, ha origine in questo rifiuto dello sguardo sulla vita che nel grembo di una donna – oggi anche in una provetta di laboratorio – entra nel tempo e nello spazio. Uno di noi! È il grido dei quasi due milioni di cittadini europei che la Federazione europea One of us non ha dimenticato e che, anzi, vuole rendere ancora più forte, contribuendo ad aprire il futuro d’Europa su orizzonti di uguaglianza, pace, giustizia, libertà.
Per questo la Federazione One of us è entrata nella piattaforma della “Conferenza sul futuro dell’Europa” con un documento che si intitola “A Europe that respects life from conception is a human Europe”: il rispetto della vita umana fin dal concepimento è il valore dell’Europa e solo su questa strada si può imprimere una nuova forza al progetto di unità europea, consolidando la verità dei diritti dell’uomo e il principio di uguaglianza. È molto importante che il documento della Federazione One of us riceva sia abbondantemente sostenuto e condiviso. Sarebbe auspicabile una mobilitazione generale. Nella piattaforma infatti sono inseriti anche documenti che vanno nella direzione opposta e il confronto culturale è serrato: ogni settimana vengono resi noti i risultati con la graduatoria delle varie posizioni in base al supporto ricevuto. È dunque importante un “getto continuo” di adesioni. Sarebbe veramente triste se la voce di chi non ha voce fosse debole. Nessuna resa e nessuna rassegnazione: manteniamo la fiducia in uno sbocco positivo della storia e teniamo conto che i veri salti di civiltà implicano tempi molto lunghi.
A questo punto necessaria una nota tecnica: come si sostiene concretamente il documento della Federazione One of Us? Di seguito le istruzioni:
«1. Createvi un account cliccando sul seguente link.
Potete scegliere il nome che volete. Dopo poco tempo si riceverà dalla piattaforma una e-mail con un link sul quale cliccare per confermare la creazione dell’account
https://ecas.ec.europa.eu/cas/eim/external/register.cgi?loginRequestId=ECAS_LR-14939793-TKXAzzIX8qZzNKqqPljHCNQ5zn1Tp8ArPo3mtXTiYaD603xwO4KkuakhdgbJTDbcZi9KpuqgztLzt7j85bTDDEW0-jpJZscgsw0KAII5y2LJWFS-rW2zzpfczaHg8pmqdMT2DRgRKfzGP3IBQQodH537QJM40a6yzSUAP0vwOgu7U3wW8BT2H5qtzuzuCVIZpSP4fxqy
2. Una volta creato il vostro account, andate sul seguente link:
https://futureu.europa.eu/processes/ValuesRights/f/12/proposals/189355?filter%5Bcategory_id%5D%5B%5D=1&=&order=recent&locale=it
Cliccare su “sottoscrivi” per sostenere la pubblicazione. Questo pulsante si trova sulla vostra destra».
La strada per costruire l’avvenire dell’Europa? Eccola, è racchiusa in questo pensiero: «vi è chi è contro l’aborto perché il cadere dell’ultima norma etica è come il crollo dell’ultima trincea del passato. Una disperata battaglia di conservazione, dunque? Al contrario, ci sembra che questo soffermarsi di fronte ad ogni uomo che non conta implichi una radicale contestazione di categorie mentali e strutture modellate sul possesso e sul successo, sull’avere insomma: categorie e strutture che in ultima analisi non sono nate nel deserto ma ci vengono dal passato. Forse un mondo vecchio muore, ed uno nuovo sta sorgendo. Dire oggi che deve contare colui che non conta ci pare una premessa innovatrice: rivoluzionaria, osiamo affermare» (Carlo Casini).