Ormai a meno di dieci giorni dal rintocco della prima campanella gli stati d’animo sono sempre più in fermento. Tante le incertezza, i dubbi e le paure, una sola cosa è sicura l’anno scolastico 2020-2021 non sarà un anno come gli altri e non sarà facile.
ll rientro a scuola preoccupa sette genitori su 10. Timori e insicurezze aggravano la condizione delle famiglie più fragili. L’allarme arriva da Save the Children sulla base dei risultati di un’indagine condotta da Ipsos tra il 4 e il 18 agosto scorsi su un campione di 2370 persone.
La principale ansia per questo nuovo anno scolastico è data dall’incertezza sulle modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%). Un genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto dei libri, 2 su 10 temono di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica.
Interris ne ha parlato con la professoressa Maria Di Benedetto, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Robbio (PV).
Un mix di adrenalina per il nuovo anno scolastico
“Le emozioni all’inizio di questo particolare anno scolastico non posso nascondere che siano di grande preoccupazione. Oggi, ancor di più, rispetto agli anni precedenti il dirigente scolastico vive l’incombenza di una responsabilità triplicata perché bisogna dare delle risposte alle famiglie.
In questo contesto è fondamentale fare squadra. Il dirigente da solo può guidare ma è bene non avvertire quel senso di solitudine che spaventa. Io ritengo di essere fortunata da questo punto di vista perché gli amministratori locali sono stati molto presenti”.
Come parte l’anno?
“Per l’inizio delle attività scolastiche tutti i genitori sono stati messi al corrente delle normative vigenti. Tutto è stato minuziosamente regolato e copie di questo regolamento redatto da me insieme alla squadra è stato pubblicato sul sito istituzionale ad opera degli organi collegiali. Ovviamente non sarà un regolamento a risolvere la situazione, ma il buonsenso di tutti nel rispettarlo. Su questo però non ho dubbi perché ho la fortuna di lavorare da sempre con persone coscienziose e capaci di distinguere ciò che va fatto da ciò che va evitato”.
A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico la situazione generale della scuola italiana si presenta ancora nel caos, secondo lei cosa è mancato?
“Io ho percepito una mancanza di coordinamento. Nel corso del periodo estivo c’è stato un incalzante avvicendarsi di documenti pubblicati un giorno dopo l’altro che hanno creato confusione. É mancata una guida, ed anche io mi sono sentita allo sbaraglio. Se oggi lavoro serenamente è perché alle spalle ho avuto i miei amministratori e un team scolastico che non mi ha fatto mai sentire sola, riuscendo a supportarmi in ogni singola scelta”.
A proposito dei banchi monoposto, che hanno destato alcune polemiche, crede che possano essere una valida alternativa ai classici banchi?
“I banchi monoposto non risolvono il problema sono però un aiuto sicuramente perché risolvono il problema in termini di spazio. É ovvio che se mi trovo un affollamento in aula il banco monoposto non risolverebbe comunque il problema. Ciò che va stravolta è l’organizzazione delle classi. Noi abbiamo messo dei pannelli di plexiglass solo alle cattedre delle primarie dove c’è un rapporto interpersonale molto forte tra studenti e docenti. Per il resto c’è l’obbligo della mascherina e l’istituto scolastico ha dotato tutto il personale di mascherina chirurgica, visiera e guanti nei casi di docenti di sostegno oltre ad aver posizionato numerosi distributori di gel igienizzante per mani nell’istituto scolastico”.
Siete già pronti per affrontare eventuali emergenze?
“Noi abbiamo già un regolamento da attuare se si dovesse presentare una situazione di quarantena. Il piano annuale delle attività previsto per i docenti prevede anche dei momenti in cui la scuola andrà ad elaborare il regolamento per la Dda proprio per una eventuale situazione di emergenza sanitaria. Proprio per questo all’interno dell’istituto è stato individuato un referente covid, due, di preciso, per la mia scuola. Ogni plesso, inoltre, ha la sua stanza di isolamento dove verrà condotto il bambino o l’adulto che manifesta sintomi particolari”.
Ha già pensato a cosa dirà ai suoi alunni il primo giorno di scuola?
“Per il primo giorno di scuola non penso di avere nulla di pronto tranne il buon senso. Sicuramente cercherò di essere quanto più inclusiva possibile. Sfoggerò un bel sorriso e cercherò di donare serenità nonostante la preoccupazione. In fondo come ogni anno sarà un emozione vedere i ragazzi varcare la soglia scolastica. Come sempre li osserverò crescere in attesa che riescano a camminare da soli”.