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Stango: “In un mondo di conflitti, la tolleranza è l’unico cammino verso la pace”

Foto di Dan Meyers su Unsplash

“Il rispetto per l’altro è uno dei fondamenti della pace”. Con queste parole il professore Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana Diritti Umani (FIDU), sottolinea l’importanza della tolleranza come pilastro per costruire una società pacifica e giusta. Un messaggio particolarmente rilevante in occasione della Giornata Internazionale della Tolleranza, istituita dall’UNESCO nel 1995 e celebrata ogni 16 novembre per promuovere i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani. In questa intervista per Interris.it, il professor Stango riflette su come la tolleranza e il rispetto per le differenze possano contribuire a mitigare i conflitti e le tensioni globali, diventando così strumenti indispensabili per la promozione dei diritti umani e della cultura di pace.

Logo Fidu e il professore Antonio Stango, presidente Fidu. Foto: Fidu

Intervista ad Antonio Stango di Fidu

Qual è il significato della tolleranza nel contesto attuale, caratterizzato da conflitti e crisi globali?

“I conflitti hanno sempre molte cause, fra le quali prevalentemente la volontà di potenza di regimi autoritari; ma ad alimentarli concorre spesso l’avversione spinta fino all’odio per i ‘diversi’, ad esempio per formula politica, struttura economico-sociale, etnia, lingua o religione. All’intolleranza verso queste ed altre diversità si dovrebbe rispondere proprio con un’educazione alla tolleranza, cioè al rispetto di idee, comportamenti e altri elementi che si possono non condividere, ma che non costituiscono né un reato né una violazione dei diritti e delle libertà di altri”.

In che modo la FIDU promuove la tolleranza come valore fondamentale dei diritti umani?

“Conduciamo costantemente un’analisi delle principali situazioni di violazione dei diritti umani nel mondo, con particolare attenzione per quelle di carattere sistematico o strutturale. In questo ambito, cerchiamo di contribuire alla sensibilizzazione e alla cultura del rispetto per l’altro favorendo informazione e confronti, anche attraverso la realizzazione di materiale informativo, incontri nelle scuole e altre attività di comunicazione”.

Foto © Samantha Zucchi/Insidefoto/Image

Nel Documento sulla “Fratellanza umana”, Papa Francesco sottolinea l’importanza della tolleranza in relazione ai valori della pace e della convivenza tra i popoli. Come si intrecciano e si rafforzano a vicenda questi tre concetti nella promozione di una società più giusta e armoniosa?

“In un quadro ideale in cui i governi siano il risultato di un processo democratico, le maggioranze che liberamente li determinano e possono cambiarli sono influenzate da una serie di fattori, in primo luogo la ricerca di sicurezza e benessere. Quando si è consapevoli che la nostra sicurezza e il nostro benessere non sono minacciati dagli ‘altri’, dai ‘diversi’, ma che anzi l’interazione e l’integrazione favoriti dalla tolleranza possono costituire un arricchimento, si è senz’altro più vicini alle basi di una convivenza pacifica. Il rispetto per l’altro è uno dei fondamenti della pace”.

Alla luce delle tensioni internazionali, quali crede che siano le maggiori sfide che ostacolano la tolleranza?

“Una questione chiave è per me la necessità di comprendere che alcune norme, più ancora che alcuni valori, sono e devono essere giustamente universali, come proclamato dal diritto internazionale; mentre tutto ciò che non viola e non nega quelle norme (che stabiliscono libertà e diritti per gli individui e corrispondenti obblighi per gli Stati) va accettato. Questo è particolarmente evidente quando si tratta di differenze di colore della pelle, di etnia o di manifestazioni della libertà di coscienza e religione. Troppo spesso governi autoritari, partiti politici estremisti o altri ‘attori non statali’ quali gruppi terroristici fanno leva su quelle diversità per estendere o conquistare il proprio potere o conseguire altri obiettivi. Si intende che una delle sfide consiste proprio nel promuovere la tolleranza mantenendo contemporaneamente netto e ‘non tollerante’ il contrasto a quanti incitano all’odio; cosa, del resto, che costituisce un reato”.

Milena Castigli: