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Sostenibilità, la casa comune si difende nel piatto. 155 milioni di persone soffrono fame (+20 milioni in un anno)

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Sos sostenibilità. Afferma Rosario Ambrosino, amministratore delegato di Elior: “La pandemia ha rimesso al centro i temi della sostenibilità”. Nel 2020 155 milioni di persone hanno sofferto la fame. Venti milioni in più rispetto all’anno precedente. La pandemia ha aggravato le disuguaglianze alimentari. Le restrizioni hanno provocato disoccupazione e povertà. A ciò si aggiungono condizioni meteo estreme e conflitti politici. E l’Onu avverte: “Nel 2021 va ancora peggio”.

Allarme sostenibilità

Sprecare cibo è un “peccato sociale“. Papa Francesco stigmatizza la cultura dello spreco: “Buttare il cibo è rubare al povero”. E, nella Giornata mondiale dell’ambiente, ha esortato a “custodire la vita umana e il creato“. Garantire una dieta sana e bilanciata. Educare ad una corretta alimentazione. Ridurre gli sprechi. E l’impatto ambientale. Sono queste le sfide della sostenibilità. Per la ristorazione collettiva. Secondo la visione di Elior. La multinazionale francese da 95 milioni di pasti l’anno è attiva su tutto il territorio nazionale. Con circa 2000 ristoranti in aziende. Scuole. Ospedali. Uffici della pubblica amministrazione. E sui treni Frecciarossa con marchio Itinere.

Responsabilità

La pandemia Rosario Ambrosino, amministratore delegato di Elior, ”ha avuto tanti aspetti negativi. E ne ha ancora. Ma ha rimesso al centro i temi della sostenibilità. In maniera molto più seria”. In questo contesto, sottolinea Ambrosino, ”noi abbiamo una grande responsabilità. In quanto il nostro ruolo si pone tra una lunga filiera agroalimentare e il consumatore finale. La nostra azione, dunque, è indirizzata anche all’educazione. Soprattutto verso i bambini che sono le future generazioni. Siamo convinti, infatti, che l’azione di trasformazione vada accompagnata. Attraverso un progetto di cambiamento delle abitudini dei modelli alimentari’‘.

Giusta misura

L’approccio concreto prevede di offrire pasti sani e bilanciati. E di perseguire la riduzione dei consumi di carne di manzo. A favore di altre fonti proteiche. Su circa 3 milioni di pasti in 5 anni. C’è poi il tema dello spreco alimentare. ”Fil rouge che attraversa un po’ tutte le nostre attività“, evidenzia Ambrosino. Nella ristorazione aziendale, ad esempio. Grazie all’interazione basata su soluzioni digitali. Si consente al consumatore di avere un accesso ad un menù ampio. Fare una scelta a monte. E nella misura giusta. Per evitare la sovraproduzione. Riducendo enormemente lo spreco. Di recente inoltre, Elior ha concluso un progetto pilota di economia circolare. Insieme alla start-up “Feed from Food”. Per la valorizzazione del cibo non consumato. Nei propri ristoranti e mense. Presso il proprio centro di produzione pasti di Novate Milanese. Circa 23 kg al giorno.

Il supporto della tecnologia

Attraverso la tecnologia sviluppata da “Feed from Food” il cibo viene inserito in un essicatore. E trasformato in alimento proteico per animali. Di alta qualità nutrizionale. E conforme alle direttive europee e nazionali. In materia di sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Il petfood prodotto con l’ingrediente Feed from Food, verrà donato, in un’ottica di solidarietà, al gattile Oasi Felina Nidia di Novate Milanese. L’impegno per l’ambiente, quindi. L’obiettivo del gruppo è di ridurre la propria “carbon footprint” del 12% entro il 2025. E a livello italiano l’azienda già dal 2020 impiega energia 100% rinnovabile. Ed entro il 2025 punta all’uso di veicoli ibridi ed elettrici per oltre il 70% della flotta aziendale. L’impegno per la sostenibilità riguarda anche gli imballaggi.

Qr code

”Un anno prima della pandemia siamo partiti con un progetto. Che mira ad evitare l’utilizzo di bottiglie di plastica. All’interno delle collettività che noi serviamo- puntualizza Ambrosino all’Adnkronos– Il progetto che abbiamo chiamato ‘Eco’ prevede degli erogatori di bevande. Che vengono attivati grazie ad una borraccia intelligente. Tramite Qr code”. Inoltre, ”stiamo arrivando a delle soluzioni praticabili. Per imballaggi non più in plastica. Anche per il confezionamento degli alimenti”. L’amministratore delegato di Elior, però, richiama un elemento in queste dinamiche. Di trasformazione verso metodi più sostenibili. “E’ molto importante che ci sia un intervento pubblico– precisa Ambrosino- I costi di queste soluzioni più sostenibili sono solitamente alti. Molto superiori al costo della soluzione in plastica. Auspico, dunque, che così come si sta facendo per elettrificare il mondo dell’automobile, si possa intervenire similmente. Per far sì che i costi di questi sistemi e prodotti siano accessibili”.

Giacomo Galeazzi: