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Obiettivo-sostenibilità, botteghe contadine di quartiere per consumi Km0

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L’appello alla sostenibilità dei consumi unisce l’enciclica Laudato si’ e gli Obiettivi di sviluppo (Oss) adottati dall‘Onu fino al 2030. Un esempio concreto di consumo sostenibile è rappresentato da “Alveare che dice Sì”. Una piattaforma online finalizzata a una distribuzione più efficiente dei prodotti locali che dopo sei anni “on line” diventa anche store fisico. Passando in modalità “offline”.

Etica della responsabilità

In Italia sempre più consumatori chiedono informazioni chiare sulla sostenibilità dei prodotti che acquistano. Quindi le aziende che forniscono dichiarazioni di sostenibilità chiare, responsabili e trasparenti possono ottenere un vantaggio competitivo. Ciò riguarda riguarda soprattutto gli alimenti. Ma tra i giovani i concetti di circolarità e sostenibilità sono in aumento anche nell’abbigliamento. Attraverso articoli di moda prodotti con materiali sicuri e rinnovabili costruiti per durare. Riciclando vecchi vestiti. 

Trashed too fast

Le ricerche mostrano, poi, che i consumatori apprezzano gli imballaggi riciclabili o riutilizzabili. Sono in aumento le aziende che cercano di affrontare il problema dei rifiuti. Emerge la tendenza di acquistare prodotti che durino più a lungo. Riducendo così gli sprechi. A difesa dei diritti dei consumatori in numerosi paesi prende piede nella legislazione il “diritto alla riparazione”. Anche attraverso meccanismi come il “Trashed too fast”. Per segnalare prodotti che si ritiene abbiano smesso di funzionare troppo presto.

Startup per la sostenibilità

Un modello di sostenibilità dei consumi è rappresentato proprio dalla startup che distribuisce frutta, verdura, pane, uova. Tutti alimento genuini e a Km0 provenienti da piccoli produttori. Ciò permette ai consumatori, attraverso un’applicazione, di aderire a gruppi di acquisto. L'”Alveare che dice Sì” diventa una rete di store. Dopo l’apertura a maggio 2019 a scopo di test di un punto vendita nel cuore del quartiere Isola di Milano. Adesso apre nel capoluogo lombardo L’Alveare Boutique con quattro negozi fisici. Situati rispettivamente in via Piero della Francesca, 15 (angolo Via Agudio). Via Thaon di Revel, 9 (zona Isola). Via Eustachi, 46. E Corso Lodi, 12 (apertura prevista per fine ottobre).

Conduzione familiare

L’iniziativa, con il varo di una bottega contadina di quartiere, permette di acquistare quotidianamente frutta e verdura. Rigorosamente di stagione. Pane e uova e altri prodotti locali che arrivano freschi in negozio ogni giorno da produttori locali. Per lo più piccole aziende a conduzione familiare. Tutte praticano l’agricoltura biologica. “Abbiamo voluto portare a Milano un vero e proprio negozio di quartiere che fosse nuovo nel ‘concept‘. Ma che per spazi e umanità ricordasse quelli di una volta- spiega Claudia Consiglio, country manager dell'”Alveare che dice Sì”-. E’ un esperimento sfidante e bellissimo che ad oggi conta all’attivo l’apertura di tre ‘boutique’. E una quarta che aprirà alla fine di ottobre“.

Tesori locali

I prodotti delle botteghe contadine di quartiere percorrono in media 61 kilometri prima di arrivare nel piatto. Ogni territorio custodisce un tesoro di prodotti locali. I produttori fissano liberamente i loro prezzi. Su 100 euro di vendita, guadagnano 80 euro. 20 euro servono a remunerare il gestore dello store. E’ possibile ordinare sul sito. E poi ritirare i tuoi prodotti in uno dei più di 200 “Alveari” in Italia. Ogni “Alveare” ha il suo luogo e ora di distribuzione. E molti di loro consegnano anche a domicilio.

Giacomo Galeazzi: