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80 mila famiglie rischiano la casa: sos sblocco degli sfratti e sloggi discrezionali

80 mila famiglie rischiano di finire in strada. Cisl: "Servono garanzie e sostegni agli sfrattati che devono trovare una nuova abitazione, risorse al fondo di sostegno all'affitto e per la morosità incolpevole, incentivi alla rinegoziazione dei canoni. Ristori ai proprietari"

Senza casa è in pericolo la tenuta sociale del Paese. Allarme Caritas per gli sloggi discrezionali. E della Cisl per lo sblocco degli sfratti. Sull’emergenza-alloggi interviene il sindacato inquilini casa e territorio Sicet-Cisl. Per il segretario generale Nino Falotico la situazione “è potenzialmente esplosiva. Parliamo di circa 80 mila famiglie in tutto il paese che rischiano di essere buttate fuori di casa. Perché il loro provvedimento di sfratto, quasi sempre per morosità incolpevole, è stato emesso prima del 20 febbraio 2000″.

Tenuta sociale

Per questo la Cisl ritiene che non sia in gioco “l’interesse di una categoria. Ma la tenuta sociale del paese che sta uscendo faticosamente dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia“. Il sindacato Sicet-Cisl considera “largamente insufficiente” anche quanto deciso nel Dl Sostegni bis. E aggiunge: “Servono misure urgenti per affrontare l’immediato. Garanzie e sostegni agli sfrattati che devono trovare una nuova abitazione. Ulteriori risorse al fondo di sostegno all’affitto. E al fondo per la morosità incolpevole. Incentivi alla rinegoziazione dei canoni. E ristori ai proprietari che subiscono il ritardo nei canoni“. All’emergenza sfratti della Cisl si aggiunge l’allarme della Caritas per gli sloggi discrezionali. A esprimere la preoccupazione del terzo settore cattolico è Luciano Gualzetti. Direttore di Caritas Ambrosiana. E presidente della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II.Casa

Appello per la casa

Non prestiamo il fianco. A chi, magari con il pretesto di velocizzare i tempi, non si farebbe scrupolo a aumentare la sofferenza di chi perde la casa.  Abbiamo di fronte un pericolo assolutamente da scongiurare. Con lo sblocco delle esecuzioni immobiliari, il peso dei debiti che grava sulle famiglie. E una crisi economica che ancora non vede uno sbocco“, raccomanda Gualzetti. Sos, dunque, per “la lettura troppo discrezionale dell’articolo 560 del codice di procedura civile“. Cui darebbe adito la delega al Governo per l’efficienza del processo civile. Che all’articolo 8 tratta del processo di esecuzione.

Codice

La formulazione dell’articolo 560 del codice di procedura civile è stata introdotta nel febbraio 2020. Ed è frutto di un lavoro comune tra associazioni. Professori universitari. Magistrati. E aveva stabilito con chiarezza un punto fondamentale. Ossia una garanzia per chi perde la casa di residenza non riuscendo onorare il prestito chiesto per acquistarla. Può, infatti, continuare a viverci. Fino a quando il giudice esecutore dell’asta non assegna l’immobile al nuovo proprietario che se l’è aggiudicato. ferme restando alcune regole di comportamento. Per esempio che non neghi l’accesso ai potenziali acquirenti. O non lo danneggi.casa

Norma sulla casa

“Ora, invece, questa indicazione semplice e ispirata al buon senso viene compromessa da un testo più complesso. E in parte confuso. Che temiamo possa lasciare spazio a interpretazioni sfavorevoli alla parte più debole in gioco. Cioè quella del debitore”, avverte Luciano Gualzetti. “Siamo certi che questa non sia l’intenzione del governo. Per questo ci auguriamo che lo spirito di quella norma sia mantenuto anche nel nuovo testo di riforma- aggiunge il presidente della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II-. Tanto più in questo momento così difficile per il Paese. Riteniamo necessario trovare una soluzione che tenga in equilibrio le due istanze. Ossia la necessità di velocizzare i processi. E la tutela delle persone più in difficoltà“.

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