Lo sport come “soft power” in ambito sociale e geopolitico. Da Renzo Arbore, storico testimonial della Lega del Filo d’oro a Claudia Gerini recentemente con Actionaid. Passando poi da Giobbe Covatta a favore dell’Africa e tanti altri ancora. Raul Bova, ambasciatore della Fao. Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, impegnate con la loro associazione “Doppia Difesa Onlus” – creata nel 2007 – nel sostegno a tutte le donne che sono vittime di violenza. Sono solo alcuni dei nomi dei personaggi che fanno beneficienza o volontariato, come amano definirlo loro, nel silenzio. Passando poi per lo sport dove Del Piero e Claudio Marchisio sono i personaggi di una campagna dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Non resta indietro la moda con Giorgio Giorgio Armani molto sensibile al tema della fame, finanzia associazioni come Les Restaurants Du coeur a Parigi. The Trussel Trust a Londra. Florence in Giappone e la cinese China Soong Ching Ling e l’Opera San Francesco per i poveri a Milano. Oltrepassando i confino fino ad arrivare ad Hollywood dove sono tante le star internazionali – tra attori, cantanti e personaggi noti – che hanno legato il loro nome alla solidarietà e alla beneficenza.
Sport solidale
Angelina Jolie è Ambasciatrice delle Nazioni Unite, impegnata in particolar modo nelle attività a favore dei rifugiati. E più in generale delle esperienze nell’ambito dei diritti umani. Tra gli altri personaggi noti che si occupano di beneficenza e che hanno raccontato di aver portato avanti iniziative solidali – o di aver prestato il proprio volto a campagne sociali – c’è sicuramente George Clooney, Ambasciatore Onu per la pace, impegnato nel supporto alle popolazioni colpite da guerre e in particolare al Sudan. Un’altra attrice statunitense, Sandra Bullock, è stata premiata con il Favourite Humanitarian Award nel 2013. Oltre ad aver contribuito ad aiutare economicamente le vittime dell’uragano Katrina e di Haiti. Intanto il valore sociale dello sport varca anche la soglia della geopolitica.
Olimpiadi
Il presidente del Cio, Thomas Bach, in un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag, ha difeso l’ammissione degli atleti provenienti da Russia e Bielorussia ai Giochi Olimpici del 2024. Il Comitato Olimpico Internazionale ha recentemente deciso che i singoli atleti di entrambi i paesi hanno il diritto di competere a Parigi a determinate condizioni nonostante la guerra contro l’Ucraina. Kiev ha criticato duramente la decisione, ma ci sono state anche critiche da parte della Russia. Bach ha sottolineato di non vedere come la decisione avrebbe influenzato il corso della guerra a favore di Mosca. Il campione olimpico di scherma del 1976 ha sottolineato che gli atleti dei due Paesi devono gareggiare senza bandiera. Senza identificazione nazionale e senza inno e non possono appartenere alle autorità militari. “Ciò dimostrerà ancora una volta al mondo intero la sanzione di questo governo”, ha affermato Bach. Finora sei atleti con passaporto russo si sono qualificati per le Olimpiadi. Bach ha detto di non temere un boicottaggio dei Giochi da parte dell’Ucraina. “Perché l’Ucraina dovrebbe punire i propri atleti per l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo e portargli via il sogno delle Olimpiadi?”, si è chiesto Bach. “Non sei un sostenitore della guerra se non soddisfi tutte le richieste dell’Ucraina, soprattutto perché sosteniamo gli atleti ucraini con una solidarietà senza precedenti dall’inizio della guerra”. Dalle reazioni Bach conclude che nessuna delle due parti è soddisfatta. “Ciò significa che abbiamo evidentemente trovato una buona via di mezzo“, ha spiegato il presidente del Cio.
Meritocrazia
Ma affinché lo sport possa avere effetti sociale serve solidarietà tra le varie discipline. Sorridono pallavolo, tennis, basket, scherma, nuoto e arrampicata. Meno il mondo del calcio o il tiro al volo. Il cda di Sport e Salute ha approvato la ripartizione dei contributi pubblici ordinari agli organismi sportivi che a fronte di un aumento della cifra complessiva – sono 315,7 i milioni distribuiti, quasi 20 in più (+6,7&) rispetto al 2023 – non hanno premiato tutti, dato che la suddivisione è stata legata ai nuovi principi presi in considerazione. E cioè meritocrazia, innovazione e trasparenza. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta una piccola rivoluzione. Con la volontà di anticipare a febbraio la comunicazione dei criteri su cui le federazioni saranno valutate per il prossimo anno. Il principio più importante resta però la meritocrazia. Perché per la prima volta nella storia c’è anche il segno “meno” rispetto al passato. Venendo meno quel principio di solidarietà per il quale gli organismi sportivi riuscivano almeno ad andare in pari rispetto alla stagione precedente. Oggi, invece, il concetto è quello del “chi fa bene viene premiato“.
Riconoscimento
Per questo tra le federazioni che hanno ricevuto di più rispetto al passato ci sono atletica, pallavolo, tennis, basket, arrampicata e scherma. In cifre, quella maggiore va al calcio va al calcio (35,8 milioni, -1,04%), poi volley (16,5, +13,37%), atletica (15,15, +16,78%), nuoto (14,78, +10,25%), sport invernali (12,66, +9,57%), tennis (12,2, +12,22%), basket (10,2, +7,76%). In particolare la Fipav, la seconda federazione con il contributo più alto. tramite il suo presidente, Giuseppe Manfredi, esprime tutta la sua soddisfazione. “È gratificante – dice – sapere che tutto l’impegno profuso dalla Fipav e la sua intera struttura venga apprezzato dagli organi che ci governano”. Parole che trovano una sponda anche in quelle del collega della Fidal, Stefano Mei, che si è detto “felice che sia stato riconosciuto lo straordinario momento dell’atletica italiana, capace di raggiungere risultati mai ottenuti prima”. Soddisfazione anche in casa scherma con le parole del presidente, Paolo Azzi: “E’ stato riconosciuto il merito di aver implementato la sua attività. Coinvolgendo una platea sempre più vasta ed esaltando in pieno il contenuto del nuovo comma dell’articolo 33 della Costituzione“. Per il numero uno dell’arrampicata, Davide Battistella, il contributo ricevuto è un “riconoscimento che inorgoglisce visti i grandi sforzi per la strutturazione di una federazione nuovissima“. Due, infatti, sono stati i round di assegnazione dei contributi, il primo che rispecchia lo schema del 60% in relazione ai risultati sportivi. Il 30% in base all’incidenza della pratica sportiva. E il 10% per l’investimento delle risorse federali.
Messaggio
A questo si unisce poi il secondo round con nuovi parametri che misurano l’efficienza organizzativa e la pratica sportiva a tutti i livelli. Tra le federazioni che hanno registrato il segno “meno” rispetto allo scorso anno c’è la Figc. Che resta comunque la federazione con il contributo più alto. Ma con l’1% in meno dipeso dai risultati sportivi. Segno meno anche per triatlon, vela, pugilistica, baseball, handball (commissariata) e le tre del tiro (al volo, a segno e con l’arco). Ed è il presidente della Fitav, Luciano Rossi, a dare parola allo scontento: “Commento critico, penalizza una federazione per la gestione dell’anno olimpico che ha sempre prodotto il massimo sforzo. C’è amarezza e punisce ingiustamente, crea delle difficoltà – afferma Rossi -. Ma siamo sportivi, anche se non lo meritiamo lo accettiamo. E’ un fulmine a ciel sereno. Un brutto messaggio per l’avvicinamento olimpico. Dei 97 atleti a Parigi sette sono del tiro al volo. Ne manca uno e pensiamo di fare en plein. Ma andremo avanti e sapremo reagire”.