L’anno inizia sotto la protezione di Maria. Oggi 1° gennaio (Capodanno civile) si celebra il dogma della Maternità Divina proclamato 16 secoli fa dal Concilio di Efeso. E dal 1968 la data odierna è anche la Giornata mondiale della pace.
Consacrazione a Maria Ausiliatrice
Interris.it ha raccolto la testimonianza di una suora consacrata a Maria Ausiliatrice, impegnata nella formazione dei giovani e nel sostegno agli indigenti. Suor Maria Trigila è stata la prima religiosa ad aver conseguito in Italia il tesserino di giornalista professionista. Siciliana di Caltagirone, la città natale di don Luigi Sturzo, dopo la laurea in lettere e due specializzazioni (Comunicazione sociale e Teologia) ha diretto la comunicazione dell’Istituto Maria Ausiliatrice, ha insegnato giornalismo all’Università Salesiana Auxilum di Roma e ora si dedica a tempo pieno alle emergenze sociali nei quartieri poveri di Catania.Maria è rimasta ai piedi della croce mentre tutti avevano abbandonato Gesù. Cosa insegna la Madre di Cristo all’umanità in pandemia?
“Per rispondere a questa domanda rifletto sul particolare espresso dal linguaggio del corpo della Madre di Dio. Il fatto che Maria di Nazareth stesse ‘in piedi’ sotto la croce è la testimonianza, secondo me, di un costante atteggiamento orante e di prossimità. Perché coglie nella paura degli intimi e della folla la necessità di vivere la spiritualità come sfida. Non solamente la virtù della fede”.A cosa si riferisce?
“Maria sta in piedi perché è concentrata nel saper ‘esserci’ in ogni ora. E questo è l’atteggiamento di chi è sempre vigile e pronto ad accogliere e seguire qualsiasi situazione. Maria crede all’amore che genera luce. Ed è lì pronta a farsi conchiglia per accogliere la sua stessa maternità ferita. E a prendersi cura della consegna che le fa il figlio: l’umanità. Credo che in questo momento storico di vulnerabilità, Maria di Nazareth voglia insegnarci a ritrovare i nostri punti di riferimento, i valori etici, la vita dello spirito”.Lo sposo di Maria, Giuseppe è stato indicato dal Papa come modello per tutti quegli eroi invisibili (medici, infermieri, pazienti) che lottano ogni giorno contro il Covid. Quale messaggio è testimoniato nell’esempio della Sacra Famiglia?
“Nella lettera pastorale ‘Patris Corde’ emerge il cuore di un padre discreto e corresponsabile. Un papà che intercede, sostiene e guida nei momenti di difficoltà. In questa prospettiva medici, infermieri, pazienti ma anche familiari e amici sono stati gli invisibili sostenitori. Per superare ed accettare una dura prova, un tragico dolore. A volte bastano pochi secondi di una telefonata per rendersi compagni di una tragedia. E per far parte del flusso della coscienza della persona trafitta. Il tentativo è di accettare la fragilità della vita e di superare il rischio della schiavitù al Covid”.
Può farci un esempio?
“La Sacra famiglia supera la precarietà della povertà, della diffidenza, della solitudine sociale dei potenti. Ma non di chi si riconosce umile. Restando unita ed in comunione. Scoprendo il volto sapienziale dell’unità di intenti. Promuovendo, già in loro stessi, la convergenza degli affetti e del dono reciproco e in contemporanea condiviso con l’umanità”.Cioè?
“Mai come in questi tempi, credo, sia stato valorizzato il linguaggio del corpo. Le sfumature dell’inflessione della voce. Per suscitare fiducia e tenerezza. Per incoraggiare e lottare basta una pacca virtuale sulla spalla. Un sorriso espresso da parole di speranza. A volte anche il racconto di una barzelletta. Di una battuta amena”. Nell’ emergenza sanitaria, Francesco ha affidato il mondo alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza. In che modo possiamo trasformare in solidarietà quotidiana e in condotte concrete l’esempio e l’attualità di Maria?
“È più che mai attuale il buon umore che contagia. Pensiamo alle nozze di Cana. Mancava la gioia e l’allegria. Maria di Nazareth se ne fa promotrice nel cuore del Figlio. Perché aveva inteso che mancava la base della dell’interiorità. Della bellezza. Della festa. Non erano sufficienti gli invitati ci voleva la gioia per condividere e promuovere la convergenza”.Perché?
“La solidarietà quotidiana è la risposta alla convergenza tra idee e gesti. Nei gesti l’amore si rende concreto. Oggi ogni uomo e donna necessitano, secondo me, di cuore e di pane per avere e donare dignità. La solidarietà va giocata a vari livelli ed oggi, oltre al fabbisogno naturale, l’umanità chiede rispetto, dignità, responsabilità”.
A partire dalle Scritture per arrivare alla mistica odierna, quali riflessioni spirituali e teologiche trova più adeguate per descrivere la figura di Maria?
“Penso all’incrocio di due focalizzazioni. Ossia ai due punti di vista di San Giovanni Bosco e del vescovo Tonino Bello. Don Bosco ha avuto un legame speciale con la Vergine. Sin da bambino gli era stata data da Gesù come ‘Maestra sotto la cui disciplina (cioè una guida forte e robusta), potrai diventare sapiente’. Ed è stato così al punto da affermare che l’Ausiliatrice era sempre in mezzo ai suoi ragazzi”.E la focalizzazione di monsignor Tonino Bello?
“E’ il punto di vista di don Tonino Bello. Chiamava la Madonna, ‘compagna di viaggio’ e di conseguenza ‘donna feriale’. Sia nell’uno che nell’altro caso la figura di Maria è sempre quella di una rassicurante presenza. Come ebbe a dire Papa Francesco il 3 aprile del 2020, tempo di pandemia. “Questa è mia Madre’, perché lei è Madre. Gesù non l’ha fatta primo ministro o le ha dato titoli di ‘funzionalità’. Soltanto ‘Madre’. E lei non ha voluto togliere a Gesù alcun titolo. Ha ricevuto il dono di essere Madre di Lui. E il dovere di accompagnare noi come Madre. Di essere nostra Madre”.